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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Continua la protesta dei portuali contro l'autoproduzione: altri tre giorni di sciopero

I 500 lavoratori della Sicilia incroceranno le braccia dal 26 al 28 maggio. I sindacati: "In caso di mancata risposta da parte della compagnia Caronte & Tourist lo sciopero si ripeterà dal 30 maggio al primo giugno"

I circa 500 lavoratori portuali della Sicilia torneranno a protestare il prossimo 26 maggio, in occasione dello sciopero regionale di 72 ore indetto dai sindacati di categoria, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, nell’ambito della vertenza sull’autoproduzione. Da venerdì a mezzanotte e fino alla mezzanotte del 28 maggio si fermano dunque tutte le operazioni portuali negli scali marittimi siciliani. "In caso di mancata risposta - annunciano i sindacati - lo sciopero di 72 ore si ripeterà dal 30 maggio al primo giugno, e riguarderà i lavoratori portuali di tutta la regione addetti alle navi riconducibili alla compagnia Caronte & Tourist".  

Il nuovo stato di agitazione è scattato dopo che la società marittima Caronte &Tourist ha comunicato la ripresa - dal 12 maggio -  delle operazioni in autoproduzione, rizzaggio e derizzaggio, al porto di Milazzo. “Questa decisione - dichiarano i segretari di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti Sicilia,  Franco Spanò, Amedeo Benigno e Agostino Falanga - oltre ad assumere un carattere provocatorio, pregiudica i diritti di centinaia di lavoratori portuali, mettendo a serio rischio equilibri socio/economici importanti per il corretto funzionamento del sistema e dell’intera regione”. I tre sindacati contestano anche l'applicazione del Contratto collettivo nazionale dei Lavoratori marittimi al personale adibito alle mansioni di rizzaggio e derizzaggio invece del contratto dei Lavoratori dei Porti. "Inoltre, con l’adozione dell’autoproduzione - concludono i sindacati - i periodi a terra verrebbero ulteriormente ridotti e tale situazione può avere grosse ripercussioni sulla salute psicofisica dei lavoratori, in un settore dove si riscontrano sempre più casi di incidenti anche mortali, dati in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori, proprio in considerazione di ritmi sempre più estenuanti”.

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