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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Mercatone Uno, rischio licenziamenti: protestano i lavoratori palermitani

Oltre agli impiegati delle strutture di Palermo sono scesi per strada anche i colleghi Carini. Cento posti "in bilico". I dipendenti hanno partecipato questa mattina a due sit-in davanti alla prefettura e al ministero del Lavoro a Roma

Protestano i lavoratori di Mercatone Uno. In strada sono scesi gli impiegati delle strutture di Palermo e Carini. I dipendenti - che chiedono certezze sul proprio futuro - hanno partecipato questa mattina a due sit-in davanti alla prefettura e al ministero del Lavoro a Roma. L’azienda italiana nel settore della distribuzione di mobili, complementi d’arredo e prodotti per la casa, ha infatti presentato al Tribunale di Bologna domanda prenotativa di ammissione alla procedura di concordato preventivo. Il gruppo Mercatone Uno, presente sul mercato da quasi 40 anni, conta oggi 79 punti vendita di insegna tutti in Italia, con 3.700 dipendenti e circa 11 milioni di clienti. Quaranta lavoratori operano a Palermo e una sessantina a Carini.

“Vogliamo che si aprano tavoli istituzionali – dice Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia - perché l’azienda si è rivelata poco credibile. Ha infatti avviato le procedure di dismissione delle merci in 34 punti vendita senza comunicarci nulla e senza informarci sulle intenzioni future. Tra l’altro era il ministero dello Sviluppo economico aveva convocato sindacati e azienda che però un giorno prima ha detto di essere impegnata in un consiglio di amministrazione straordinario”. Mercatone Uno aveva comunicato nei mesi scorsi di essere in difficoltà a causa “dal perdurare della crisi e dal continuo calo dei consumi particolarmente grave nel settore dei beni durevoli, che ha determinato, a partire dalla ripresa autunnale dell’attività, una costante riduzione del fatturato". “Vogliamo evitare – aggiunge Flauto – che con la dismissione delle attività i lavoratori si ritrovino all’improvviso con i negozi chiusi”.

La protesta ha ottenuto i primi risultati. Il ministero dello Sviluppo economico si è impegnato a riconvocare le parti e ha preso atto della poca trasparenza dell’azienda mentre la Prefettura, che ha visionato una lettera  inviata dai lavoratori, ha subito scritto al ministero invitandolo a considerare con la massima attenzione la vicenda. La prossima settimana a Roma è previsto un nuovo incontro.

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