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Economia

Vertenza Giornale di Sicilia, appello dei sindacati: "No alla cassa integrazione a zero ore"

I segretari regionali di Slc-Cgil e Fistel Cisl Maurizio Rosso e Francesco Assisi sono stati ricevuti alla Regione dall'assessore al Lavoro Scavone e hanno chiesto l'intervento del governo Musumeci in favore dei lavoratori

Nuovo capitolo della vertenza che vede protagonisti i 43 poligrafici del Giornale di Sicilia, a un passo dal licenziamento. La loro situazione è stata al centro di un incontro tra l'assessore regionale del Lavoro, Antonio Scavone, e i segretari regionali di Slc-Cgil e Fistel Cisl, rispettivamente Maurizio Rosso e Francesco Assisi.

Durante l'incontro i sindacati hanno sollecitato il governo regionale a intervenire presso la proprietà "per trovare soluzioni a tutela del personale". In particolare è stato chiesto il posticipo dell' "esame congiunto" - previsto per domani all'Ufficio provinciale del lavoro- sull'attivazione della cassa integrazione (Cig) a zero ore, visto che la società editrice in atto usufruisce di ammortizzatori sociali (contratto di solidarietà) fino al luglio 2020.

Secondo i rappresentanti sindacali, "il rinvio consentirebbe di verificare l'eventuale possibilità di una modifica di legge, annunciata dal governo nazionale per il prossimo autunno, permettendo così a un congruo numero dei lavoratori di andare in pensione".

"Ci opporremo fino all'ultimo momento - dice Rosso - riteniamo che la Cig debba essere rimandata. E' una decisione che non comprendiamo: l'azienda ci aveva presentato un piano industriale  che prevedeva sviluppo. E nell'accordo di un anno fa, erano contenuti i contratti di solidarietà al 50 per cento che scadono a luglio 2010. Non comprendiamo il perché di questo cambio di ammortizzatore sociale. La cassa integrazione, se il processo di produzione verrà spostato a Messina, è l'anticamera del licenziamento di 31 persone, su 43”.  

All'assessore al Lavoro, l'Slc Cgil ha chiesto "di farsi garante su alcuni passaggi cruciali: la digitalizzazione dell'archivio del Gds, che porterebbe nuova linfa e  occupazione e consentirebbe l'accesso a fondi nazionali ed europei; esodi incentivati  ai dipendenti più vicini alla pensione; il rispetto dell'impegno preso dalla società di collocare alcuni lavoratori verso le aziende interessate all'affitto dei locali". 

"Questa è la dimostrazione che il sindacato, consapevole della crisi dell'editoria, vuole trovare un accordo possibile – aggiunge Rosso - Aspettavamo la crescita del giornale, non sopportiamo l'idea che il Gds non possa più essere prodotto a Palermo. Un organo di informazione così importante per la nostra città, con una storia centenaria, non può essere chiuso. Ci aspettiamo che l'azienda torni sui suoi passi e che assieme a noi costruisca la possibilità che il Giornale di Sicilia resti radicato a Palermo".

L'assessore Scavone ha assicurato il proprio impegno e quello del governo Musumeci per trovare “le soluzioni più idonee per il futuro dei lavoratori poligrafici e dello stesso Giornale di Sicilia”.
 

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