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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Reina lancia l'allarme: "Imprese artigiane, in sei mesi 830 cancellazioni"

Numeri sconfortanti quelli forniti dalla Camera di Commercio. Al secondo posto negozi di parrucchieri e centri estetici. Duro il commento del presidente di Confartigianato: "La politica sta zitta mentre le aziende palermitane sprofondano"

Sei mesi in negativo per le imprese artigiane palermitane. A parlare chiaro sono i dati della Camera di Commercio che dal primo gennaio al 30 giugno ha registrato 830 cancellazioni dall'albo degli artigiani, rispetto a 530 nuove iscrizioni. Le "variazioni", dal ridimensionamento dei locali allo spostamento fisico dell'attività, sono invece state 430. Numeri sconfortanti che riguardano tutti i settori del mondo dell'Artigianato, ma soprattutto quello dell'edilizia. Al secondo posto tra le cancellazioni, negozi di parrucchieri e centri estetici.

"Le imprese artigiane sprofondano sempre più nel baratro a Palermo - dice il presidente provinciale di Confartigianato, Nunzio Reina, ma tutti coloro che dovrebbero intervenire stanno solo a guardare. Per 830 aziende chiuse, sarà almeno il doppio il numero delle persone che resterà senza un lavoro o lavorerà da abusivo. Ormai il parrucchiere che abbassa la saracinesca mette tutto l'occorrente in una borsa e lavora a domicilio, ma i suoi dipendenti finiscono in una strada".

"Abusivismo e lavoro nero - prosegue Reina - diventano così fenomeni impossibili da contrastare. Alla base del tracollo ci sono la forte pressione fiscale e l'impossibilità di accesso al credito. Una situazione di fronte alla quale assistiamo al silenzio della politica e alla continua chiusura di attività che stanno trasformando la nostra città in un deserto commerciale. Non vogliamo che a questi dati in negativo si aggiungano anche bar e ristoranti che attendono ancora il regolamento per i dehors. Anche questo aspetto incide profondamente sulla situazione delle attività commerciali palermitane che, in questo modo - conclude Reina - potranno mettersi in regola in inverno, quando la stagione renderà inutile la collocazione di qualunque struttura, seppur autorizzata".

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