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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Consegne di cibo a domicilio, l'appello alla Regione: "Fateci lavorare nei giorni festivi"

Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai chiedono a Musumeci di allentare la stretta: "Si revochi l'ordinanza. Errare è umano, perseverare è diabolico". Pasticcerie, rosticcerie e pizzerie spingono per recapitare i loro prodotti casa dei clienti nel "ponte" del 25 aprile e il 1 maggio

Stop all'ordinanza del governatore Musumeci che vieta le consegne di cibo a domicilio nei giorni festivi. Le associazioni di categoria tornano alla carica contro quella che definiscono una stretta "incomprensibile ed ingiustificata", malgrado l'esigenza di contrastare la diffusione del Coronavirus. Ecco perché secondo Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai nel "ponte" del 25 aprile e il primo maggio dovrebbe essere consentito a pasticcerie, rosticcerie, pizzerie, gastronomie, focaccerie di recapitare cibo e dolci direttamente a casa dei clienti.

Stretta della Regione: "A Pasqua niente consegne di cibo a domicilio"

"Pasqua e Pasquetta sono state due occasioni perdute per ridare ossigeno a queste attività. Quando un provvedimento genera benefici, senza produrre alcun effetto collaterale negativo, non si capisce perché non debba trovare applicazione. Errare è umano, perseverare è diabolico" affermano le quattro organizzazioni datoriali, che in questa battaglia hanno trovato sponda nel presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè.

Si apre così il secondo tempo della partita con la Regione, nella speranza di convincere il presidente Nello Musumeci e l'assessore alle Attività produttive Mimmo Turano a fare marcia indietro rispetto a misure ritenute "oggettivamente eccessive" rispetto alla "all'ipotizzata ripresa, seppur graduale, dell’intero sistema produttivo a partire dal 4 maggio".  

Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai sostengono che con la consegna del cibo a domicilio si raggiungerebbe un duplice obiettivo: "Favorire la permanenza a casa della popolazione, evitando possibili assembramenti presso i punti vendita, e mettere artigiani e commercianti del comparto nelle condizioni di offrire un importante servizio sociale, soprattutto anziani, portando a casa delle persone i loro prodotti". 

Le quattro organizzazioni datoriali chiedono infine di includere chi produce cibo da asporto tra le attività convenzionate con i Comuni in cui è possibile spendere i buoni spesa distribuiti alle famiglie più bisognose: "Serve l'emanazione di una circolare di indirizzo, valevole per il territorio regionale, al fine di coinvolgere una così ampia categoria d'imprenditori".

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