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Un pezzo di Palermo si arrende, chiude la pasticceria Bellavia a Napoli: "Emigriamo a Milano"

Rischia di calare il sipario su un'avventura iniziata nel 1925, quando il capostipite Antonio si trasferì sotto al Vesuvio portando con sé le ricette vincenti dei dolci palermitani

La pasticceria Bellavia, con le sue specialità palermitane, lascia il Vomero. Via da Napoli perché i canoni d'affitto sono troppo alti. I titolari hanno deciso: apriranno a Milano "Il 16 aprile scade il contratto – racconta Luca Bellavia al Corriere del Mezzogiorno – e il proprietario ha alzato il prezzo a 15mila euro". Il doppio rispetto a quanto pagato finora. "Già con la pedonalizzazione abbiamo subito un grave colpo – prosegue l'imprenditore – adesso questi canoni fuori dal mercato". 

Lui si è trasferito a Milano, i fratelli restano a Napoli. La loro è la terza generazione di pasticcieri, di un'avventura iniziata nel 1925, quando il capostipite Antonio si trasferì da Palermo a Napoli portando con sé le ricette vincenti dei dolci palermitani. Non era ancora l’era della globalizzazione e poter mangiare nel cuore di Napoli un buon cannolo o una cassata era una opportunità molto apprezzata dall’alta e media borghesia - si legge sul Corriere -. Portare la domenica a tavola le specialità palermitane divenne quasi una moda per medici, magistrati e avvocati. Un segno distintivo che all’alba del Ventennio sancì il successo dei Bellavia e della loro pasticceria di Port’Alba.

"Sono già tre anni che lavoro a Milano, nella ristorazione – prosegue ancora Luca Bellavia al Corriere del Mezzogiorno – . E molti mi chiedono da tempo di trasferire anche la nostra pasticceria. Qui, la sede del nostro negozio è a pochi passi dal Duomo. Paghiamo 15mila euro di fitto al mese. Ma è un prezzo giustificato per il luogo. Lavoriamo tutti i giorni e siamo nel cuore della metropoli. A Napoli, invece, si lavora solo il sabato e la domenica. I tempi sono cambiati. La gente se ne accorge, i proprietari dei negozi no". "La voglia è di chiudere tutto e andare a Milano – conclude – . Ma amiamo Napoli e cercheremo un altro posto trasferire l’attività. Se ci riusciamo resteremo in città, altrimenti andremo via. È una situazione che non riguarda solo i Bellavia ma anche altri storici marchi".

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