rotate-mobile
Cronaca Cinisi

Mafia, la beffa del boss latitante: pena estinta e diventa libero

La corte d'Appello di Palermo ha dichiarato annullata per prescrizione la condanna inflitta a Vito Badalamenti, figlio del capomafia di Cinisi "Tano". L'avvocato: "Tornare in Italia? Perché no?"

La beffa del superlatitante che non è più tale, grazie a un tratto di penna, arriva con un provvedimento di poche righe, con cui la prima sezione della Corte d'appello di Palermo ha dichiarato estinta per prescrizione la pena inflitta a Vito Badalamenti. L'uomo, 54 anni, che è figlio del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti (al quale recentemente un museo di Los Angeles ha dedicato una targa commemorativa), uno dei capi storici della mafia siciliana, era inserito nella lista dei dieci latitanti più pericolosi del ministero dell'Interno: ora è un uomo libero senza più alcun mandato di cattura che possa inseguirlo.

A darne notizia è il sito on line dell’agenzia di stampa Agi. Quello di Badalamenti, grazie all'ordine alfabetico, era il primo dei nomi di un elenco che comprende altri due siciliani (tra cui Matteo Messina Denaro, l'inafferrabile primula rossa di Castelvetrano), tre calabresi, tre campani e un sardo. Ora il figlio di don Tano dovrà essere depennato dalla lista, in cui era stato inserito sebbene condannato a soli sei anni di reclusione, nel maxiprocesso-quater, l'ultimo dei giudizi istruiti dal pool di Falcone, Borsellino e del giudice istruttore Leonardo Guarnotta, oggi presidente del tribunale di Palermo, che firmò il rinvio a giudizio del "quater". Proprio per sfuggire alla cattura, Badalamenti jr si diede alla latitanza, nel 1995: fu così condannato in contumacia, e la pena nei suoi confronti divenne definitiva il 17 dicembre 1999.

I difensori del mafioso di Cinisi, gli avvocati Paolo Gullo e Vito Ganci, hanno atteso pazientemente dodici anni, il doppio della pena inflitta, e poi, dopo il 17 dicembre dell'anno scorso, hanno chiesto ai giudici di Palermo di dichiarare estinta per prescrizione la pena stessa. Un meccanismo del resto già applicato, ad esempio, nel processo per la strage di Primavalle, in cui gli assassini di Stefano e Virgilio Mattei se la cavarono allo stesso modo, grazie al decorso del tempo e al fatto che la pena fosse rimasta "ineseguita" per oltre trent'anni. "Tornare in Italia? Non so se lo farà, ma forse sì, perchè non dovrebbe? - ha detto l'avvocato Paolo Gullo all'Agi -. In questi anni Vito Badalamenti è stato in Australia, io l'avevo sempre detto. Ma avevo pure detto che è innocente".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mafia, la beffa del boss latitante: pena estinta e diventa libero

PalermoToday è in caricamento