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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Violenza sessuale su una paziente", a processo infermiere dell'ospedale Cervello

Secondo il racconto della presunta vittima, l'uomo si sarebbe avvicinato a lei mentre stava facendo la doccia all'interno del reparto di Psichiatria. Versione che l'imputato ha sempre respinto

Un infermiere dell’ospedale Cervello è sotto processo, davanti alla seconda sezione del tribunale (collegio presieduto da Bruno Fasciana) con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una paziente che, all’epoca dei fatti, aveva 20 anni. Secondo il racconto della presunta vittima, l’uomo, Michele Signorile, si sarebbe avvicinato a lei mentre stava facendo la doccia all’interno del reparto di Psichiatria dell’ospedale, si sarebbe abbassato i pantaloni e le avrebbe preso la testa, dicendole “ti faccio stare meglio io”. Una versione che l’imputato ha sempre respinto. Non vi sarebbero peraltro testimoni oculari dell’episodio, che sarebbe avvenuto la sera del 15 settembre del 2012. Proprio per chiarire cosa sia realmente accaduto, durante il dibattimento è prevista anche l’audizione di diversi infermieri e dipendenti del Cervello.

In base alla ricostruzione della Procura, la giovane sarebbe arrivata al pronto soccorso del Cervello accompagnata dai suoi famigliari, in preda ad attacchi di vomito ed in stato d’ansia. I medici, proprio per calmarla, ne avrebbero disposto il ricovero in Psichiatria. La ragazza avrebbe deciso ad un certo punto di fare una doccia e, mentre sarebbe stata sotto l’acqua, l’infermiere si sarebbe avvicinato e le avrebbe mostrato le sue parti intime. La paziente avrebbe urlato e chiesto aiuto, riuscendo così – secondo la sua versione – ad allontanare l’uomo.

La presunta vittima avrebbe chiesto assistenza a un’infermiera in un corridoio. La professionista è stata sentita ieri e ha spiegato di non aver creduto a quanto sostenuto dalla giovane quella sera. La ragazza ha poi riferito che, temendo di subire ritorsioni, avrebbe deciso quella sera di chiedere scusa a Signorile per il suo comportamento. Il giorno dopo, però, aveva riferito dell’accaduto alla sua famiglia e deciso di formalizzare la denuncia contro l’infermiere. Una consulenza della Procura, successivamente, ha stabilito che la ragazza sarebbe stata capace di intendere e di volere al momento dei fatti.

Il processo – che è stato rinviato ad ottobre - servirà a chiarire la vicenda. Da un’indagine interna del Cervello sarebbero state escluse responsabilità a carico dell’imputato. 

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