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Cronaca

Da Palermo a Torino con l'asino: l'impresa di un 20enne alla scoperta dell'Italia di una volta

Si chiama Nicola Winkler e studia al Dams, l'Università di cinema e spettacolo. Dalla sua avventura nascerà un docufilm. Lo scopo del viaggio è raccontare il Paese rurale con il suo ritmo lento. La scelta dell'asino come accompagnatore non è casuale: "L’asino potrebbe correre, ma sceglie di camminare"

Attraversare l'Italia da Sud a Nord con il mulo. Sembra un'impresa impossibile al giorno d'oggi ma non lo è. Nicola Winkler, 20enne torinese non solo ha pensato di realizzarla ma l'ha quasi portata a termine. Lo scorso aprile è partito da Scillato, nelle Madonie, alla volta del capoluogo piemontese ed ha già percorso più di metà della strada da fare: ieri è arrivato ad Altopascio, in provincia di Lucca. 

"L'obiettivo del viaggio - spiega nel blog che ha aperto per raccontare il suo progetto “Non fare l’asino” - è raccontare un’altra faccia dell’Italia, quella che va ancora piano, un’Italia rurale, eco sostenibile, che marcia verso un cambiamento dopo aver colto la sua inevitabilità". Nicola, studente del Dams, l'Università di cinema e spettacolo, porta con sé una telecamera: riprenderà la sua avventura per farne un film. Circa 20 i chilometri che lui e il asino percorrono ogni giorno. Poi si fermano a dormire da chi è disposto ad offrire loro alloggio e vitto. Nicola si muove a piedi e cerca compagni. Chi volesse accompagnarlo durante una parte del percorso può contattarlo telefonicamente (sul blog è possibile trovare il suo numero). Il viaggio di Nicola non ha un itinerario prestabilito. Le tappe del percorso vengono scelte man mano. Doveva durare sette mesi ma non è ancora finito. Alla base dell’idea di partire per questo viaggio c’è anche la ricerca personale di un modo antico.

Il progetto

“Non fare l’asino” è un invito a non comportarsi in maniera sottomessa e rassegnata, come se si avessero i paraocchi. "L’asino - continua Winker - nel credo comune viene associato alla testardaggine, caparbietà e stupidità, aggettivi che non gli si addicono affatto. Egli sceglie. Sceglie di non muoversi, a costo di essere bastonato e considerato stupido per questo. Basti pensare alla famosa poesia di Victor Hugo 'Il rospo'. L’asino potrebbe correre, ma sceglie di camminare. Mi è sembrato il giusto punto di vista, lento e semplificato. Solo apparentemente distaccato l’asino guarda con lentezza alle cose, incapace di formulare, o concepire, pensieri subdoli. Egli è mosso da un forte senso istintivo, come tutti gli animali, al quale però è accostata grande sensibilità. L’istinto per non essere sopraffatti dalla natura, adattandosi, ma la sensibilità per inserirvisi senza il desiderio di dominarla. Messo in condizione dall’uomo di non subire la crudeltà della Natura e provare a sfruttarla anche un po’ a proprio vantaggio. Un asino ed un uomo, due compagni di viaggio che si completano come Sancho Panza e Don Chisciotte, sprovvisti di cavalcature; e, come questi, testimoni di un paese. 'Non fare l’asino' sarà un’avventura vissuta e guardata con lentezza dal punto di vista dell’animale fratello dell’uomo, dal quale è sempre stato bastonato: il somaro che ci insegna". Su Produzioni dal basso prima di partire Nicola ha lanciato una raccolta fondi: 25 persone lo hanno sostenuto con delle donazioni, circa 1.300 euro la cifra che ha raccolto.

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