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Cronaca Autostrada Palermo-Catania

Viadotto crollato, imprenditori e consumatori chiedono i danni ad Anas e Ministero

Il comitato cittadino spontaneo nato sul web, #Adessobasta, ha depositato un'istanza di mediazione. Moncada: "Una vicenda che sta mettendo in ginocchio la Sicilia. Vogliamo fare valere i nostri diritti". Un'altra azione che si aggiunge alla diffida all'indirizzo della Regione

Forniture interrotte, mancati guadagni e licenziamenti nelle aziende. Queste sono solo alcune delle conseguenze determinate dal crollo del viadotto Himera, a seguito del quale il gruppo nato sui social, #Adessobasta, ha depositato un’istanza di mediazione nei confronti dell’Anas, della presidenza e dell’assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente, del ministero delle Infrastrutture e del dipartimento di Protezione Civile. “Una vicenda - scrive il portavoce Giovanni Moncada - che sta mettendo in ginocchio le imprese siciliane in un quadro già devastato dalla crisi economica e dalla noncuranza per il degrado della viabilità in Sicilia”.

Quest’ultima azione, portata avanti con l’ausilio degli avvocati Francesco Leone e Simona Fell, fa seguito ad altre già portate avanti “per far valere i diritti delle imprese e dei cittadini per i danni che - si legge in una nota - subiscono dall'interruzione del ponte autostradale ed in generale dal degrado galoppante della viabilità regionale”. Precedentemente, infatti, il gruppo #Adessobasta ha presentato una diffida alla Regione siciliana e alla Protezione civile, che non hanno risposto alle richieste di chiarimento formulate sebbene l’atto sia stato sottoscritto da circa 700 cittadini siciliani.

Un capitolo che si aggiunge al precedente, ovvero alla presentazione di un esposto in Procura: “Sono in corso le indagini della magistratura su cui da cittadini confidiamo - continuano - per mettere fine ad un sistema nel quale la mancanza di responsabilità di politica e burocrazia ha consentito di arrivare ad una situazione insostenibile”. Tra le altre azioni in fase di definizione - aggiungono dal comitato cittadino spontaneo - anche un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, poiché “si ritiene che più diritti dei siciliani garantiti dalla Convezione siano stati violati e siano tutt’ora in palese violazione”.

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