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Cronaca Montepellegrino / Via Mariano d'Amelio

Via D'Amelio, un quarto di secolo dopo: sempre vivo il ricordo di Borsellino | DIRETTA

Tanti gli eventi per non dimenticare il giudice ucciso il 19 luglio del 1992 insieme agli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina ed Emanuela Loi

Passano gli anni, oggi sono 25, ma il ricordo di Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta - Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina ed Emanuela Loi - uccisi in via D'Amelio il 19 luglio del 1992 resta sempre vivo nei palermitani.

Tutti gli eventi in programma

Ciclostaffetta delle agende rosse | Video

Ore 21

E' partita da piazza Vittorio Veneto (Statua della Libertà) la fiaccolata che attraverserà via Libertà, via Autonomia Siciliana e arriverà in via D’Amelio dove verrà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale. Sono sessanta le sigle – tra associazioni, movimenti e partiti – e quattordici i Comuni siciliani che hanno voluto essere presenti in memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta. Il corteo prosegue lentamente e in silenzio ed è aperto dal consueto striscione “Paolo Vive” seguito dall’altro striscione “Tutto per la patria”, slogan di questa edizione che simboleggia il sacrificio estremo di uomini come Borsellino per il bene supremo della patria. Presente anche uno striscione in memoria dell’avvocato ed ex parlamentare di Alleanza Nazionale Enzo Fragalà (“Giustizia per Enzo Fragalà”) ucciso dalla mafia secondo gli ultimi riscontri della magistratura.

Ore 20

Don Ciotti durante la Celebrazione in Cattedrale per ricordare le vittime di via D'Amelio. "Vogliamo la verità no una qualsiasi verità. Il grido della famiglia Borsellino facciamolo nostro: tutti dobbiamo alzare la voce quando in molti scelgono un prudente silenzio. Non è possibile che il 70 per cento delle famiglie delle vittime della mafia non conosce la verità, non è possibile".

Ore 17,42

Nino Di Matteo: "Se veramente vogliamo ricordare Paolo Borsellino, al di là delle parole e delle celebrazioni, dobbiamo orientare tutti gli sforzi possibili per completare il percorso che porta alla verità. Questa intenzione infatti è rimasta sulle spalle di pochi magistrati e investigatori". Lo ha detto il sostituto della Procura nazionale antimafia, Nino Di Matteo, presente in via D'Amelio. "Il problema non è soltanto il depistaggio - ha proseguito - ma anche i tanti elementi emersi nel corso di tanti processi svolti durante questi 25 anni. Bisogna capire se, e chi siano, i soggetti esterni a Cosa nostra che hanno agito con i mafiosi. Soggetti legati anche ad apparati istituzionali". L'ex pm della Procura di Palermo e memoria storica del processo sulla trattativa tra Stato e mafia - che continua a seguire da "applicato" della Procura nazionale antimafia - ha infine dichiarato: "Non posso e non voglio parlare di processi in corso. Ma certamente anche in questo processo sono emersi tanti elementi, alcuni inediti, che forse potrebbero convincere la Corte a condannare gli indagati per i capi di imputazione contestati".

Strage via D'Amelio, la giornata del ricordo

Ore 17

Matteo Renzi: "Un pensiero a tutte le donne e gli uomini che servono le Istituzioni con una divisa. Spesso si ricordano solo come 'la scorta', ricordiamoli chiamandoli per nome. E un pensiero al giudice Borsellino, ai suoi figli, alla sua famiglia. Mi vengono i brividi a ricordare una veglia degli scout siciliani, dopo Capaci e prima di Via D'Amelio: era il mese di giugno. Mi vengono i brividi a ripensare alle sue parole, a rileggerle adesso. Per chi allora, in quella terribile estate 1992, non c'era o era troppo piccolo per ricordare, una sola richiesta: prendiamo il solenne impegno di non dimenticare mai chi ha pagato con la vita il proprio servizio al Paese. Una preghiera, un pensiero e l'impegno a non dividersi mai sui temi della legalità e della lotta alla mafia". Lo ha scritto su Facebook il segretario Pd ex premier.

Ore 16,58

Il silenzio risuona in via d'Amelio nell'ora in cui 25 anni fa una carica di tritolo nascosta in una Fiat 126 uccise il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Claudio Traina, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cosina. Durante il minuto di silenzio sei sagome raffiguranti il magistrato e la sua scorta sono state fatte affacciare dal quarto piano del palazzo in cui viveva la madre di Borsellino. Tra i presenti il pm Nino Di Matteo, Antonio Ingroia, presidente onorario della Corte di Cassazione Ferdinando Imposimato, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e quello di Messina Renato Accorinti.

Alle 16,58 nessun silenzio: via D'Amelio urla i nomi delle vittime

Ore 16,45

"Scarantino? È stato semplicemente un burattino le cui fila venivano tirate da altri, una macchina per le accuse che non ha avuto una volontà propria. Congedato dal servizio militare per una forte labilità psichica, già allora gli inquirenti sapevano che era solo un balordo di quartiere, mi chiedo allora, come, un uomo solo, abbia messo in scacco i maggiori intelletti giuridici e le migliori menti investigative dell'epoca". Lo ha detto Calogero Montante, il legale che ha difeso il falso pentito Vincenzo Scarantino nel corso del processo Borsellino quater, intervenendo in via D'Amelio in occasione del 25esimo anno della strage.

Ore 16,26

Roberto Saviano: "Le commemorazioni a volte risuonano insopportabili. Sembrano solo forma. Ma le parole di Fiammetta Borsellino, quest'anno, sono in grado di far risanguinare la ferita". Queste le parole dello scrittore napoletano in un video pubblicato su Facebook. "Quando racconta dei processi farsa, fatti per depistare, per portare un successo mediatico. Quando parla di isolamento. Insomma, ricordare il sacrificio di Borsellino, degli uomini e delle donne della sua scorta, significa cercare di ricordarsi che il Paese, il paese in cui avvennero quelle stragi, in cui avvenne quella strage, non è cambiato". "Le parole di Fiammetta sono parole durissime, da togliere il sonno. Il ricordo di via D'Amelio, quindi, vi invito a celebrarlo, celebrare quelle vite leggendo le sue parole e non spegnendo l'attenzione, mai...".

Ore 16,15

Beppe Grillo: "Salvatore Borsellino ci ha inviato questo testo per ricordare suo fratello a 25 anni dalla strage. Ricordiamolo assieme a lui, alla sua famiglia e a tutti gli italiani che non dimenticheranno mai il suo sacrificio. Leggetelo tutti, è importante". Il leader del M5S attraverso il suo blog ricorda Paolo Borsellino con un testo inviato dal fratello Salvatore.

Ore 15,29

Luigi de Magistris: "Siamo convinti che dopo tanti anni non si sappia ancora tutta la verità su quella che appare essere di più una strage di Stato. Borsellino fu lasciato solo". Cosi il sindaco di Napoli, secondo cui Borsellino "aveva individuato chi erano gli autori e i mandanti della strage di Capaci e credo che avesse anche individuato l'inizio della trattativa tra pezzi di Stato e Cosa nostra. Il Paese deve avere il coraggio trovare la verità fino in fondo oppure il nostro non potrà mai essere uno stato di diritto e democratico".

Ore 13,20

Papa Francesco: "Preghiamo per tutte le vittime delle mafie, chiediamo la forza di andare avanti, di continuare a lottare contro la corruzione". Così il pontefice in un tweet, nel giorno della strage di via d'Amelio.

Ore 13,21

Claudio Fava: Per il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia le dichiarazioni di Fiammetta Borsellino sono fondate, "non a caso - ha rimarcato - è la direttrice sulla quale abbiamo cominciato a lavorare sei mesi fa, riaprendo un filone di investigazione che per molti anni è stato considerato inutile e insignificante. Sono convinto che i rapporti oggi tra pezzi della massoneria deviata e le organizzazioni criminali, siano il luogo più pericoloso dove si saldano interessi criminali e apparentemente legali".

Ore 13,12

Uno striscione con l'immagine di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel ricordo del venticinquennale delle stragi di mafia, 1992-2017, da oggi, anniversario della strage di via D'Amelio, è stato esposto ai balconi della Cgil Palermo e delle altre dieci sedi delle Camere del Lavoro di Palermo e provincia, Brancaccio e Zen, e Bagheria, Termini Imerese, Cefalù, Corleone, Partinico, Petralia Sottana, Carini, Misilmeri. Nell'immagine, che riporta la frase “Le loro idee camminano sulle nostre gambe”, la Cgil Palermo ricorda il sacrificio di chi ha perso la vita nella lotta alla mafia e dedica lo striscione ai tre magistrati Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e agli otto poliziotti delle due scorte, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Fabio Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro Vito Schifani e Claudio Traina.

Ore 13,04

Maria Falcone: "Quando si è diffusa la notizia che era stata distrutta la statua di Giovanni, tutti i giornalisti volevano farmi dire che Palermo è una città irredimibile e lo Zen un quartiere criminale. Cosa che non ho detto e non ho consentito si dicesse. Palermo è già una città redenta". Così la sorella del giudice Giovanni Falcone ucciso il 23 maggio del 1992, a Palermo, intervenendo nell'istituto Comprensivo Giovanni Falcone dello Zen, dove ha fatto tappa anche il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli. "Ci sono indagini, ma se fosse stato un gesto di mafia credo sarebbero dei colpi di coda di una mafia che si vede tolto un pezzo di territorio. Lo Zen non è un quartiere criminale e la scuola è fondamentale in questo processo di cambiamento e voglio dirvi grazie".

Ore 13,01

Luigi Ciotti: "La prima eredità che ci ha lasciato Borsellino è il coraggio e il dovere della verità, che deve essere cercata da tutti. La seconda eredità è la testimonianza di impegno e di responsabilità nella sua professione". Lo ha detto il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti.Per il prete è "importante quello che sta succedendo in questi giorni", ossia la richiesta di "poter approfondire le responsabilità politiche che ci sono state. Bisogna, oggi più che mai, che gli uomini delle Istituzioni parlino, portino da dentro il loro contributo alla ricerca della verità".

Ore 12,54

Lucia Borsellino: "Mai come adesso io e la mia famiglia riteniamo necessario non indulgere nella retorica del ricordo fine a se stessa". Così la figlia del magistrato ucciso dalla mafia, ex assessore regionale alla Salute, intervenendo al plenum straordinario del Csm. Lucia ha ha lanciato un appello ai magistrati e al Capo dello Stato: "Chiedo in questa solenne occasione che a fronte delle anomalie emerse nel comportamento di uomini delle istituzioni si intraprendano le iniziative per far luce e chiarezza su cosa è accaduto. A 25 anni giustizia non è fatta".

Ore 12,39

Antonino Vullo: "In questi venticinque anni ho vissuto con molta sofferenza, con molto dolore e tanta rabbia. Venticinque anni sono tantissimi e ancora un barlume di verità, quella di cui abbiamo bisogno, ancora non c'è". Lo ha detto Antonino Vullo, l'unico agente di scorta sopravvissuto alla strage di via D'Amelio arrivando presso la Prefettura di Palermo per l'audizione davanti alla Commissione nazionale antimafia. Con Vullo verrà sentita anche Fiammetta Borsellino, figlia minore del giudice ucciso. "Non so cosa mi chiederanno - ha riferito - certamente qualcosa sul giorno delle stragi e quelli precedenti". Alla domanda su che clima si respirava prima della strage e quale fosse l'umore di Borsellino. Borsellino era una persona isolata, di conseguenza anche noi ci sentivamo soli e continuavamo con orgoglio a stare con lui".

Ore 12,27

Paolo Gentiloni: "19 luglio di 25 anni dopo per non dimenticare il giudice Borsellino e i poliziotti della sua scorta". E' il messaggio sull'account Twitter della Polizia di Stato, rilanciato dal presidente del Consiglio.

Ore 12,19

Salvatore Borsellino: "Sono contento che adesso i figli di Paolo, che finora hanno tenuto un profilo riservato, abbiano deciso di parlare. Io li capisco perché hanno sofferto più di tutti il prima e il dopo la strage". A dirlo è stato il fratello del giudice antimafia Paolo, in via D'Amelio per partecipare alle iniziative in occasione dei 25 anni dell'eccidio. "Sono felice che Fiammetta abbia deciso di parlare, ha ragione, perché questi 25 anni sono stati 25 anni di depistaggi, macigni e muri di gomma sulla strada della giustizia". Borsellino ha invocato poi la verità sulla strage: "Continuiamo a gridare, a chiedere verità e questo compito non deve essere solo dei familiari delle vittime ma di tutti. Bisogna scuotere le persone dall'indifferenza. Tutti gli italiani devono chiedere la verità. L'uccisione di Paolo ha toccato tutta l'Italia. Senza quelle stragi il nostro Paese sarebbe stato diverso. Ripongo la speranza nei giovani, come fece Paolo nella sua ultima lettera prima di morire, in cui scrisse che da adulti questi giovani avranno più forza di noi e io ripongo la mia speranza in loro".

Ore 12,16

Luigi Di Maio: "Venticinque anni fa veniva ucciso il giudice Paolo Borsellino. Lui non c'è più, ma resta vivo il ricordo del suo impegno contro la mafia, il suo coraggio, il suo esempio. Eppure ancora oggi alla sua famiglia, e ad un Paese intero, è negata la verità sulla terribile strage di quel 19 luglio del 1992. Impossibile non sentirsi colpiti dalle parole pronunciate dalla figlia del giudice, Fiammetta Borsellino, che denuncia '25 anni di schifezze e menzogne'. Queste parole siano un monito per tutti noi, per la politica, per le istituzioni e per l'Italia intera: un Paese che si rassegna e che abdica alla ricerca della verità è un Paese che ha già perso". Lo ha scritto sulla sua pagina Fb il vicepresidente M5S della Camera.

Ore 12,06

E' iniziata presso la Prefettura di Palermo l'audizione di Fiammetta Borsellino davanti alla Commissione nazionale antimafia., presieduta da Rosy Bindi. La figlia minore di Paolo Borsellino è arrivata in via Cavour con il fratello Manfredi, che dirige il commissariato di Cefalù, e non ha voluto parlare con i giornalisti. Sempre oggi, nell'anniversario della strage, verrà sentito dalla commissione anche Antonino Vullo, l'unico agente di scorta sopravvissuto alla strage di via D'Amelio.

Ore 11,50

Laura Boldrini: Al "ricordo vivo e profondo" della figura e dell'impegno di Paolo Borsellino deve accompagnarsi "l'impegno delle istituzioni, della società civile, dei singoli cittadini nel contrasto alla criminalità organizzata". Lo ha detto la presidente della Camera ricordando la strage di Via D'Amelio. Come il Senato, anche l'Assemblea di Montecitorio ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime, cui ha tributato alla fine un applauso unanime.

Ore 11,46

Leoluca Orlando: "25 anni in fa i palermitani avevano paura e vergogna perché c'era la mafia e perché la mafia assumeva troppe volte il volto dello Stato, il volto delle Istituzioni. Oggi dopo 25 anni sono gli incivili che danneggiano le immagini dei martiri della giustizia ad avere vergogna e paura per il netto cambio culturale che ha assunto questa città. Palermo è profondamente cambiata, resta ancora però la ricerca di verità e giustizia". Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo partecipando in via D'Amelio alla commemorazione di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta. "E' certamente una vergogna - ha aggiunto - che falsi pentiti, silenzi imbarazzanti e depistaggi abbiano, nei vari processi che riguardano la strage di via D’Amelio, impedito che si facesse verità e giustizia, finendo con il far passare una sorta di convinzione, che esiste una specie di sostenibilità giudiziaria che consente di colpire entro un certo livello. La sostenibilità giudiziaria, che di fatto si è realizzata in questi anni con i vari depistaggi e processi bis, ter con riferimento alla strage di via D’Amelio, rappresenta una sorta trattativa stato mafia strisciante che di certo offende i martiri della giustizia e offende il popolo palermitano, che ha dimostrato e dimostra ogni giorno che Palermo è cambiata e indietro non si torna".

Ore 11,33

Sergio Mattarella: Il presidente della Repubblica ricorda Paolo Borsellino e invita a non considerare questi momenti come "un rituale fine a se stesso". ,Mattarella, presidendo il plenum del Csm, afferma: "Come ho già detto in occasione della seduta dedicata a Giovanni Falcone, rievocare le loro figure non può essere un rituale fine a se stesso. Questo ci viene ricordato ancora una volta dall'ignobile oltraggio al monumento dedicato al giudice Livatino". Per il Capo dello Stato, la strage di via D'Amelio "deve ancora avere una definitiva parola di giustizia. Troppe sono state le incertezze e gli errori che hanno accompagnato il cammino nella ricerca della verità e ancora tanti sono gli interrogativi sul percorso per assicurare la giusta condanna ai responsabili di quel delitto efferato". "Paolo Borsellino non si è mai arreso, non ha mai rinunciato a sviluppare il suo progetto di legalità, anche quando era diventato ormai consapevole di essere vittima predestinata della mafia. Come disse ad un giornalista, sapeva di camminare 'con la morte attaccata alla suola delle scarpe'. Paolo Borsellino ha combattuto la mafia con la determinazione di chi sa che la mafia non è un male ineluttabile ma un fenomeno criminale che può essere sconfitto". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del plenum del Csm, riunitosi per commemorare l'uccisione del magistrato e della sua scorta. "Sapeva bene - ha detto ancora il Capo dello Stato - che, per il raggiungimento di questo obiettivo, non è sufficiente la repressione penale ma è indispensabile diffondere, particolarmente tra i giovani, la cultura della legalità. Proprio per questo era impegnato molto anche nel dialogo con i giovani, convinto che la testimonianza di valori positivi promuove una società sana e virtuosa, in grado di emarginare la criminalità". "Il 19 luglio di venticinque anni fa, alle cinque del mattino, stava proprio scrivendo la risposta a una lettera inviatagli dalla preside di un liceo di Verona. La missiva è rimasta incompiuta - ha concluso Mattarella - ma costituisce una testimonianza di grande forza dell'importanza della formazione delle nuove generazioni".

Ore 11,05

Valeria Fedeli: "Fiammetta lo ribadisce, la ricerca della verità è un atto dovuto, dobbiamo andare avanti, non bisogna avere paura a tenere la memoria viva, occorre vivere nel rispetto delle diversità e nella legalità". Lo ha detto la ministra dell'Istruzione, oggi a Palermo, commentando l'intervista al Corsera di Fiammetta Borsellino. Poi la ministra è andata alla scuola Falcone allo Zen: "Alla preside dico che siamo ancora vicino a lei, che continueremo ad andare avanti, a darle sostegno, cosa che abbiamo gia' fatto, indipendentemente da quello che purtroppo è avvenuto come atto vigliacco nei confronti della statua di Giovanni Falcone. E' un atto vigliacco di persone che hanno paura - ha proseguito- perchè vedono che l'educazione e l'istruzione aumenta le persone che scelgono di vivere nella legalità. "Tenete conto - ha concluso - che molte scuole di Palermo e della Sicilia hanno fatto domanda per tutti i finanziamenti del bando 'Le scuole al Centro': siccome l'abbiamo appena deliberato, sono già disponibili i fondi da cinque giorni. Un modo per dire che noi ci siamo".

Ministra Fedeli Zen-2

Ore 10,52

Rosy Bindi: "Una parte della verità sulla strage di via D'Amelio è stata accertata, ma la sede processuale, con la difficoltà che deriva dal tempo trascorso, non può essere l'unica sede in cui cercare. Ci sono altre sedi, quella politica e quella parlamentare, ad esempio, in cui cercare di capire chi ha ucciso Borsellino e cosa abbia voluto impedire con la strage". Lo ha detto la presidente della commissione Antimafia in via D'Amelio per ricordare il 25esimo anniversario della strage costata la vita al giudice Borsellino e agli agenti della scorta. "Dobbiamo - ha concluso - essere vicini ai familiari del magistrato".

Ore 10,49

Movimento Cinque Stelle: "Anno dopo anno la ricerca della verità sulla strage di Via D'Amelio diventa sempre più difficile, ostacolata da ampi e convergenti interessi di apparati anche all'interno dello Stato. Questa è l'unica verità che possiamo affermare con sicurezza nel 25esimo anniversario della morte del giudice e degli uomini della sua scorta. Una carneficina, i cui mandanti ancora oggi non sono stati identificati. Siamo al processo Borsellino quater ed è indubbio che sia una vittoria di chi ha depistato, di chi ha avuto interessi e ne ha ancora oggi nel coprire tutti quegli intrecci inestricabili che vedevano nella morte di Borsellino un risultato da raggiungere". Così i grillini della commissione Antimafia non accettano la retorica che ogni anno si ripete uguale: "Non cediamo al ricatto del tempo che passa, non cediamo di fronte al fatto che un'intera nazione dovrebbe pretendere verità e invece bolla come archeologi della Giustizia i magistrati che cercano ancora di fare luce sulle bombe del 1992, sulla Trattativa Stato Mafia. Non possiamo che condividere quanto affermato dalla figlia di Borsellino, Fiammetta, che denuncia un isolamento, una volontà di dimenticare sempre più forte".

Lo sfogo di Fiammetta Borsellino: "25 anni di schifezze"

Ore 10,28

Rita Borsellino: "Fiametta ha l'autorevolezza per dire queste cose, anche perché finora non ha mai parlato, per cui quello che dice è Vangelo". Lo ha detto la sorella del giudice ucciso in via D'Amelio, commentando l'intervista rilasciata dalla nipote al Corriere della Sera. "La ricerca della verità si fa sempre - ha aggiunto -. Parlo spesso di coriandoli di verità perché è diventato un tema carnascialesco. Cosa mi aspetto? Che ci sia verità. Abbiamo questa mania dei numeri, mi aspetto che il 26esimo anno, il prossimo, lo possiamo celebrare come l'anno della verità. Oggi in questo luogo che è stato teatro di morte vogliamo ancora una volta costruire la vita, partecipare nella costruzione e potenziamento della coscienza civile nel nostro paese e lo facciamo a partire dai piu' piccoli e sopratutto da quelli che vivono in condizione di marginalità e svantaggio".  

Ore 10,23

Fiammetta Borsellino: "Abbiamo avuto un balordo della Guadagna come pentito fasullo e una Procura massonica guidata all'epoca da Gianni Tinebra che è morto, ma dove c'erano Annamaria Palma, Carmelo Petralia, Nino Di Matteo...". Così la figlia del magistrato Paolo, in un'intervista al Corriere della Sera. "Venticinque anni di schifezze e menzogne - ha affermato -. All'Antimafia consegnerò inconfutabili atti processuali dai quali si evincono le manovre per occultare la verità sulla trama di via D'Amelio".

Ore 10,17

Andrea Orlando: "In questi 25 anni tantissimi giovani si sono richiamati all'insegnamento di Falcone e Borsellino. Nell'associazionismo, nel volontariato, nell'impegno sociale. Quegli stessi giovani che, secondo un recente sondaggio, non hanno più la parola 'speranza' nel loro lessico, hanno costantemente ritrovato in Falcone e Borsellino il senso dello Stato. Questo ci consegna il dovere ancor più in un tempo di crisi della democrazia, di radicare l'antimafia nella società". Con queste parole, pubblicate con un post su Facebook, il ministro della Giustizia ricorda il giudice Paolo Borsellino.

Ore 10,15

Pietro Grasso: "Nel nome di Borsellino, e in quello di tutti i caduti innocenti per mano mafiosa, abbiamo in questi 25 anni ottenuto molti successi nel contrasto alla criminalità organizzata: abbiamo sconfitto la 'Cosa nostra' violenta, sanguinaria e stragista, ma non ancora quella capace di mutar pelle, di sparire dai radar dell'opinione pubblica e di infiltrarsi a tutti i livelli nella società, nella politica e nella Pubblica Amministrazione". Lo ha detto il presidente del Senato in Aula, dopo il minuto di silenzio in memoria della strage di via D'Amelio. In precedenza, su Facebook, Grasso si è soffermato su alcuni ricordi privati di Borsellino: "Di Paolo ricordo il sorriso. Solare, simpatico, sempre pronto a farti uno scherzo: quante risate ci ha fatto fare quando rubava le paperelle che Giovanni custodiva gelosamente sulla sua scrivania per chiedergli poi il riscatto. Frammenti di vita, che mostrano il volto umano e privato del simbolo che onoriamo in questo triste anniversario. Professionalmente aveva un eccezionale talento, una passione viscerale e una ineguagliabile capacità di superare fatica e delusioni. Sapeva sempre dare il giusto consiglio ai colleghi più giovani: me ne ha dati tanti, preziosissimi, quando iniziai a studiare le carte del maxiprocesso".

Ore 10,12

Maria Elena Boschi: "A 25 anni dalla sua morte e da quella degli agenti della sua scorta, il ricordo di Paolo Borsellino è capace di suscitare negli italiani emozioni ancora forti, come se da quel 19 luglio 1992 non fosse passato un solo giorno: dolore e rabbia, ma anche voglia di riscattarsi dalle ingiustizie e dalla violenza. L'eredità che ci ha lasciato Borsellino non è rimasta nel passato, ma ci guida verso il futuro: verso la costruzione di un'Italia più giusta e coraggiosa". Lo ha scritto su Facebook la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio.

Ore 10,09

Manfredi Borsellino: "Sin dai primi giorni successivi alla sua morte, circolava la voce che egli fosse andato incontro 'rassegnato' a questo infausto destino. Bene, ciò non corrispondeva affatto a verità: mio padre amava in modo viscerale la vita e le tante piccole o grandi sorprese che questa riserva, sì da apparirmi inverosimile che egli andasse incontro alla morte ritenendola in quel momento un evento ineluttabile". Lo ha scritto il figlio del magistrato assassinato dalla mafia, in una nota per il Sir, nel giorno del 25esimo anniversario della strage di via D'Amelio. "In verità - prosegue- abbiamo assistito alla morte di un uomo lasciato solo in un momento storico in cui occorreva massima coesione e distribuzione della responsabilità, anche all'interno degli uffici giudiziari. Tuttavia, noi non abbiamo alcun rammarico, poiché se la morte di mio padre, unitamente a quella di tanti altri servitori dello Stato, è servita a svegliare dal torpore tante coscienze, ciò ci ripaga della sua assenza". 

Ore 9,31

A 25 anni dalla strage di via D'Amelio il Consiglio Superiore della Magistratura ricorda oggi Paolo Borsellino con un plenum presieduto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, che si aprirà alle 11.20 e sarà trasmesso da Rai 2. All'ordine del giorno la delibera della Sesta Commissione, relatori i consiglieri Ercole Aprile e Antonio Ardituro, che autorizza la pubblicazione di tutti gli atti e i documenti relativi al percorso professionale del giudice Borsellino, dal suo ingresso in magistratura, nel 1963, fino alla tragica morte del 19 luglio 1992. Tutta la documentazione su Paolo Borsellino, custodita per 25 anni nel caveau di Palazzo dei Marescialli sarà online sul sito istituzionale del Consiglio e, come avvenuto per Giovanni Falcone, l'intera documentazione è stata raccolta e pubblicata in un volume dal titolo "L'antimafia di Paolo Borsellino".

Il programma

Diverse le iniziative in città, ma anche in provincia. Ieri sera si è tenuto la ciclostaffetta organizzata dalle Agende Rosse (VIDEO). Mentre questa mattina, la commissione parlamentare antimafia guidata dalla presidente Rosi Bindi ascolterà Fiammetta Borsellino, la figlia di Paolo, e il superstite della strage, Antonino Vullo. Dalle 10 alle 12, via D’Amelio, il luogo dell’eccidio, sarà animato da laboratori creativi per i bambini. Il ricordo proseguirà  sempre in via D’Amelio nel pomeriggio. Alle 16.58, il ricordo delle vittime, con testimonianze e letture, nel corso della manifestazione curata dal movimento delle Agende Rosse.

Alle 18, la Questura ricorderà le vittime con una messa in Cattedrale, officiata da don Luigi Ciotti. Alle 19.30, nel chiostro della Questura, l’incontro "Palermo, città normale". Partecipano lo scrittore Marco Malvaldi, i giornalisti Giovanni Bianconi e Salvo Palazzolo; modera Marco Romano, vicedirettore del Giornale di Sicilia. Sarà presente il capo della polizia, Franco Gabrielli. Alle 20,30 una fiaccolata partirà da piazza Vittorio Veneto per raggiungere il luogo della strage.

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