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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Termini Imerese

Vertenza Blutec, "Nessuna certezza su rientri operai": sindacati annunciano mobilitazione

Al termine dell’assemblea dei lavoratori che si è tenuta davanti ai cancelli della fabbrica termitana, la decisione di chiedere un incontro alla Presidenza della Regione e alla Prefettura: “Se non ci ascolteranno torneremo in piazza”

Nessuna certezza sia sull’avanzamento del piano industriale sia sulla cassa integrazione per tutto il 2019, e sui rientri degli operai. Così i sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di chiedere un incontro urgente al presidente della Regione Nello Musumeci e al prefetto di Palermo  Antonella De Miro per sollecitare le risposte sulla vertenza Blutec di Termini Imerese. La decisione è giunta al termine dell’assemblea dei lavoratori che si è tenuta stamani davanti i cancelli della fabbrica termitana.

“Dopo tanti anni i circa 600 operai ex Fiat sono stanchi di attendere risposte certe – spiegano Ludovico Guercio segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani e Antonio Nobile segretario provinciale Fim Cisl -, non abbiamo certezza sul finanziamento della cassa integrazione per tutto il 2019, così come sul piano di rientro degli operai che già è in ritardo. L’azienda inoltre doveva restituire le somme del prestito a Invitalia e anche su questo punto non abbiamo risposte”.

I lavoratori non avrebbero ancora ricevuto il pagamento delle spettanze di dicembre e cresce la preoccupazione sul futuro. Per questo, se non giungeranno in tempi brevi le convocazioni, i sindacati sono pronti alla mobilitazione. “Dopo oltre 10 anni – spiegano Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani e Antonino Cirivello responsabile Cisl di Termini Imerese – vorremmo non trovarci nella condizione di portare in piazza ancora una volta i lavoratori. Le istituzioni nazionali e regionali intervengano affinché tutte le nubi attorno alla vertenza vengano allontanate. C’è un territorio come Termini Imerese che attende da troppo tempo la rinascita industriale, è ora di far partire la macchina produttiva. Bisogna inoltre pensare a soluzioni occupazionali per l’indotto, intere famiglie che non hanno ancora alcuna certezza sul ritorno a lavoro”.

“Si era recato a Termini Imerese nel 2014 da capo partito, è tornato nel 2018 da ministro dello Sviluppo economico, ha sempre ripetuto che sarebbe cambiata la musica per lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese e per le tute blu. Applausi. Oggi si scopre che le chiacchiere di Di Maio rimangono tali e gli impegni con i lavoratori e sindacati lettera morta. Intanto a Termini torna l’allarme rosso per i silenzi del governo, torna la paura dei 694 lavoratori più i 300 dell’indotto per il loro futuro”, commenta il segretario regionale del Pd, il senatore Davide Faraone.

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