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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il giallo e la beffa: 30 anni dopo trovata la borsa di Dalla Chiesa, ma è vuota

Nessun documento all'interno della valigetta di pelle: era nel bunker del tribunale, scovato grazie alle dritte di un anonimo che aveva parlato di documenti relativi a indagini svolte dal prefetto e una lista di nomi scottanti

E' stata ritrovata adesso, a distanza di 30 anni e mezzo, ma c'è un mistero. Sì, perché la famosa borsa marrone che il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa aveva in auto quando fu ucciso assieme alla moglie Emanuele Setti Carraro e all’agente Domenico Russo la sera del 3 settembre del 1982, oggi è vuota. Gli inquirenti pensavano che fosse stata rubata subito dopo l'omicidio. Un mix tra il giallo e la beffa. All'interno della borsa però non c'è neanche un documento. La valigetta di pelle è stata invece totalmente svuotata come la cassaforte e una scatola che era nella stanza da letto di Dalla Chiesa in prefettura.

I magistrati hanno ascoltato le "dritte" di un anonimo che negli scorsi mesi aveva parlato al pm Nino Di Matteo e sono stati indirizzati all'interno del bunker del tribunale (dei "corpi del reato"), trovando la borsa vuota. L’anonimo scriveva che nella borsa di Dalla Chiesa “c'erano dentro documenti relativi a indagini svolte personalmente dal prefetto e una lista di nomi scottanti” aggiungendo che “un ufficiale dei carabinieri ha messo al sicuro la valigeria”.

Ma cosa avrebbero dovuto trovare dentro la borsa? In un verbale redatto alle 21 e 30 del 3 settembre 1982, poco dopo l’omicidio, si faceva riferimento  "a carte e altri fogli legati da un elastico rinvenuti sotto il sedile lato guida”. Ma di quei segreti sembra non essere rimasta alcuna traccia.

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