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Cronaca

Definì "buffone" un generale della Finanza: Tony Troja agli arresti domiciliari

I fatti risalgono al 2011, adesso la condanna a cinque mesi è diventata definitiva. La moglie: "Non ha ucciso nessuno e non ha commesso alcun tipo di reato grave. Ha solo la colpa di vivere in uno Stato in cui se alzi la voce con le persone sbagliate, ne paghi le conseguenze"

Nel 2011 in un post su Facebook aveva definito "buffone" un generale della guardia di finanza, adesso la condanna a cinque mesi di reclusione per diffamazione è diventata definitiva e per l'’artista-Youtuber Tony Troja sono scattati gli arresti domiciliari. Il cantante satirico è molto conosciuto in città come opinionista sui social network, aveva anche provato la strada della politica con la volontà di candidarsi a sindaco. Corsa stoppata prima del nascere per non avere raggiunto il numero di firme necessarie.

Secondo quanto ricostruito dal suo difensore Gianluca Calafiore, sarebbe risultato che Troja avesse il domicilio nella casa dell’anziana madre dove non vive più. E così non avrebbe ricevuto tutte le notifiche e le citazioni ed è stato condannato in contumacia. "Ad ogni occasione - spiega la moglie, Maria Rosaria Zoppi - mio marito ha sempre fatto presente di aver spostato il domicilio dopo il nostro matrimonio, a settembre scorso. Ovunque andassimo o qualunque cosa facessimo, abbiamo sempre indicato il nuovo indirizzo".

"Da oggi - si sfoga in un lungo post su Facebook la moglie dei Troja, Maria Rosaria Zoppi - Tony si trova agli arresti domiciliari. Non ha ucciso nessuno e non ha commesso alcun tipo di reato grave. Ha solo la colpa di vivere in uno Stato in cui le cose non funzionano e se alzi la voce con le persone sbagliate, ne paghi le conseguenze, soprattutto se hanno deciso che devi pagarla. In buona sostanza, Tony è stato processato in contumacia e condannato a cinque mesi di reclusione (pena tramutata in arresti domiciliari) per aver dato del buffone a un generale della finanza, secondo Tony (e anche secondo me) reo di aver preso sottogamba e con leggerezza una richiesta di aiuto da parte di Tony. Dal processo in contumacia fino alla pena da scontare ci sono anomalie che rivedremo una volta conclusa la condanna".

"Siamo pieni di rabbia - prosegue la donna - perché sappiamo che la malagiustizia e la malaburocrazia sono all'ordine del giorno e che qualcosa di simile poteva capitare. Ma, paradossalmente, siamo anche altrettanto tranquilli perché sappiamo cosa è successo realmente e che noi due insieme siamo più forti di tutto. Nel frattempo, come un qualunque detenuto agli arresti domiciliari, Tony non può ricevere la visita a casa di nessuno e non si può mettere in comunicazione né telefonicamente né attraverso i social network. Molto probabilmente dovrà disattivare anche il suo account, per evitare qualunque tipo di problema".

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