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Cronaca Montepellegrino / Via Mariano d'Amelio

Accusati della strage via d'Amelio e poi scagionati, i mafiosi: "Lo Stato ci risarcisca"

Chiedono un milione di euro ciascuno, come anticipo, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Gaetano Murana, Gaetano Scotto e Natale Gambino. Presidenza del Consiglio dei ministri e ministero dell’Interno citati in causa come responsabili civili

Sono stati accusati da falsi pentiti della strage di via d'Amelio, in cui persero la vita il giudice Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Poi però sono stati assolti nel processo di revisione. Ora Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Gaetano Murana, Gaetano Scotto e Natale Gambino presentano il conto allo Stato. I loro legali, gli avvocati penalisti Rosalba Di Gregorio, Giuseppe Scozzola e Giuseppe D'Aquì, hanno chiesto - come anticipo - un risarcimento di un milione di euro per ciascuno dei loro assistiti. A darne notizia è Repubblica Palermo. 

Nelle motivazioni della sentenza dell'ultimo processo sulla strage di via d'Amelio i giudici parlarono del depistaggio più grave della storia repubblicana. Indagini pilotate, falsi pentiti costretti a mentire sono costati condanne all'ergastolo a otto persone che nell'attentato al giudice Paolo Borsellino non ebbero alcun ruolo. Per il depistaggio il 20 settembre si troveranno davanti al gup Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, i funzionari di polizia, che appartenevano al pool che indagò sulla strage e che, secondo la Procura di Caltanissetta, imbeccarono sedicenti collaboratori di giustizia inducendoli a fornire una verità di comodo.

I mafiosi, scagionati dall'attentato anche grazie alle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza che ha ricostruito la verità sulla fase esecutiva dell'eccidio, saranno parti civili all'udienza preliminare a carico dei tre poliziotti imputati del depistaggio dell'inchiesta sull'attentato. I loro legali hanno anche chiesto che vengano citati come responsabili civili la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno. Istanza accolta dal gip Francesco Lauricella. Le convocazioni per Palazzo Chigi e per il Viminale sono già partite: dovranno presentarsi in tribunale tramite l’Avvocatura dello Stato. 

 
 

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