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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Strage di Ustica, "No" dello Stato ai risarcimenti per i familiari delle vittime

L'avvocatura ha chiesto il rigetto per prescrizione o infondatezza delle richieste di risarcimento. La richiesta si basa sull'impossibilità di provare che ad abbattere il Dc9 fu un missile: "Dai media ricostruzioni fantasiose"

Niente risarcimenti per le famiglie delle vittime della strage di Ustica del 27 giugno 1980, quando il Dc9 Itavia s'inabissò in mare tra Ponza e Ustica con 81 persone a bordo. L'avvocato dello Stato, Maurilio Mango, ha chiesto alla corte di appello civile di Palermo di rigettare le domande di risarcimento che il tribunale ha concesso a 18 familiari delle vittime della tragedia. Si chiede inoltre di porre a carico dei familiari il "pagamento delle spese di lite oltre che quelle prenotate a debito".

Il giudice monocratico di Palermo, Sebastiana Ciardo, lo scorso ottobre aveva condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire con 5 milioini 637.199 euro i 14 familiari - o eredi di essi - di Annino Molteni, Erica Dora Mazzel, Rita Giovanna Mazzel, Maria Vincenza Calderone, Alessandra Parisi e Elvira De Lisi. E all'inizio di questo mese aveva condannato i ministeri a risarcire quattro familiari di Gaetano La Rocca, con poco più di un milione di euro (1.007.152). Il procedimento per i parenti di La Rocca era stato stralciato per un errore in un documento. Diversi i procedimenti per risarcimento ancora pendenti in appello.

Nella sua richiesta, l'avvocatura dello Stato boccia il possibile scenario di guerra sui cieli di Ustica la sera della tragedia e ribadisce l'impossibilità di provare che ad abbattere l'aereo fu un missile e propende per l'ipotesi della bomba a bordo. Secondo Mango le indagini "sono state talvolta macroscopicamente influenzate dal progressivo formarsi e consolidarsi di un'immaginario collettivo che ha individuato la causa del disastro nell'abbattimento dell'aeromobile da parte di un missile, con la conseguente responsabilità delle amministrazioni derivante dall'omesso controllo dello spazio aereo". Mango cita anche il documento redatto dal dipartimento di Ingegneria industriale dell'università Federico II di Napoli, prodotto dalle parti in alcuni giudizi, dicendo che "i media nazionali hanno dato ampia risonanza allo studio diffondendo considerazioni fantasiose e neppure lontanamente affermate dal suo autore per confermare lo scenario di battaglia aerea".

"Per una decina di anni dall'incidente - scrive Mango - le commissioni di inchiesta brancolavano nel buio, vi era assoluta mancanza di elementi e sono così nate molteplici supposizioni (cedimento strutturale, collisione con un altro aereo, quasi collisione, esplosione a bordo). Alla mancanza di elementi tecnici hanno 'supplito' i mezzi di informazione che denunciando (spesso senza alcun riscontro) trame e complotti internazionali, hanno infine determinato il radicato (ma tecnicamente non supportato) teorema secondo cui all'origine del disastro sarebbe stata una battaglia aerea" e che l'Aeronautica militare per coprire questa battaglia avrebbe ordito un complotto (misteriosamente rimasto senza colpevoli e segreto nonostante avesse coinvolto almeno un centinaio di persone".

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