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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Agguato a colpi di kalashnikov in viale Regione: 35 anni fa la strage della circonvallazione

Un commando di sicari armati spara centinaia di colpi per ammazzare un boss catanese, Alfio Ferlito: rimangono uccisi anche tre carabinieri e un autista. Palermo ha ricordato la strage del 16 giugno 1982 con una toccante cerimonia

Doveva essere un favore che i corleonesi di Totò Riina avevano fatto al loro alleato catanese, Nitto Santapaola. Un commando di sicari armati di kalashnikov, spara centinaia di colpi per ammazzare un boss catanese, Alfio Ferlito, che era a bordo di una Mercedes, scortato da tre carabinieri e un autista (Silvano Franzolin, Salvatore Raiti, Luigi Di Barca e Alfio Di Lavore) che furono anch'essi massacrati. E' quella passata alla storia come "Strage della Circonvallazione".

Una raffica di colpi di mitra, la strage. Era il 1982, l' anno di grandi delitti eccellenti, quando la mafia uccise Pio La Torre, Rosario Di Salvo, Carlo Alberto Dalla Chiesa. In mezzo c'è l'agguato militare messo a segno il 16 giugno 1982 in viale Regione Siciliana, 500 metri prima dello svincolo per Sferracavallo.

Nella strage rimasero vittime l’appuntato Silvano Franzolin, nato a Pettorazza (Rovigo) il 3 aprile 1941 (sposato con due figli), il carabiniere Luigi Di Barca, nato a Valguarnera (Enna) il 10 aprile 1957 (che lasciò la moglie incinta della figlia) ed il carabiniere Salvatore Raiti, nato a Siracusa il 6 agosto 1962, tutti in servizio nella stazione dei carabinieri di Enna. Oltre ai carabinieri rimase colpito anche Giuseppe Di Lavore, 27enne autista giudiziario del mezzo con cui i tre stavano eseguendo il trasferimento da Enna a Trapani del detenuto Alfio Ferlito, vero obiettivo dell’attentato. Il mandante della strage era Nitto Santapaola, che da anni combatteva contro Ferlito una guerra per il predominio sul territorio etneo.

Una ferita ancora aperta. Questa mattina Palermo ha ricordato le vittime con una toccante cerimonia: è stata deposta una corona di fiori alla lapide dei caduti in memoria del loro sacrificio. Alla commemorazione erano presenti: il comandante legione carabinieri Sicilia, Riccardo Galletta, il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, Biagio Insacco, in rappresentanza del presidente della Corte d’Appello, il procuratore Aggiunto della Repubblica, Claudio Corselli, il questore di Palermo Renato Cortese, il comandante provinciale della guardia di finanza Giancarlo Trotta, il comandante provinciale dei carabinieri Antonio Di Stasio, la vedova dell’appuntato Silvano Franzolin, Gaetana Camerino e la figlia Maura, le sorelle ed il fratello del carabiniere Salvatore Raiti, Giovanna, Concetta e Massimo e una rappresentanza dell’Associazione nazionale carabinieri di Palermo. Chiosa con il commento dei carabinieri: "Il contributo di sangue versato dalle vittime oggi ricordate e da quante altre sono presenti nel giardino della memoria ha sicuramente reso Palermo diversa da quella degli anni 80/90".
 

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