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Cronaca Capaci

Capaci, ridipinta la scritta "No mafia": il primo a colorarla è il fratello di Montinaro

Dalla casina posta sulla collina il 23 maggio del 1992 fu azionato l'esplosivo che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro

E' di nuovo blu la scritta "No Mafia" affisa sulla casina posta sulla collina di Capaci. Da lì, il 23 maggio del 1992, fu azionato l'esplosivo che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. 

La manifestazione “No Mafia, coloriamo i nostri sogni: 1992-2017” è stata organizzata, ancora una volta, da Addiopizzo e dalla Parrocchia Sant'Erasmo Vescovo e Martire di Capaci, con la collaborazione di Addiopizzo Travel e dell’Istituto Comprensivo Biagio Siciliano. Alle 17 i partecipanti si sono dati appuntamento davanti al giardino della memoria “Quarto Savona Quindici” di Isola delle Femmine, luogo della strage, che verrà inaugurato domani mattina, per poi spostarsi in corteo sulla collina dove si trova il locale Amap, un luogo diventato simbolo di resistenza alla mafia e di riscatto.

Ad iniziare a ridipingere la scritta, visibile dall'autostrada A29, Brizio Montinaro, fratello di Antonio, vittima della strage. "Non voglio annoiarvi con discorsi di parata - ha esordito Montinaro - . Sarebbe il caso che ognuno di voi riuscisse a trovare il tempo di ascoltare le parole di Scarpinato. Pensare che le mafie possano essere controllate solo a livello locale è uno sbaglio. Le mafie hanno globalizzato il mondo a livello finanziario".

Protagonisti della giornata gli studenti della scuola media di Capaci che hanno messo in scena anche un estratto del film i Cento Passi, di Marco Tullio Giordana, che ha avuto il merito di portare oltre i confini della Sicilia la storia di Peppino Impastato, assassinato come Falcone per essersi opposto alla mafia.

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