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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

I professionisti dello "sballo": c'era l'avvocato che difendeva il suo pusher

I retroscena dell'operazione che ha portato all'arresto di tredici persone. Lo smercio h24, tra messaggi più o meno in codice e incontri davanti a noti locali della movida: "Vita ho 7 persone a cena". E la giornalista che telefonava dall'assessorato

C’era l’avvocato che si faceva portare la droga dal suo pusher, che aveva fatto assolvere dalle accuse, e una giornalista che utilizzava un cellulare intestato all’assessorato regionale alla Sanità. Ma anche un poliziotto e altri ancora. Tutti clienti finali della cocaina che arrivava da Napoli a Palermo con il placet della camorra. Gente con cui non scherzare, come precisa uno il fornitore partenopeo Ciro Spasiano: “Non è come a Palermo…stiamo in mezzo ai criminali…qua se sbagli acchiappi botti in faccia”. Questi alcuni dei retroscena emersi tra le pieghe dell’operazione di polizia che ha portato all’arresto di tredici persone. (I NOMI DEGLI ARRESTATI)

Professionisti e non si rifornivano principalmente, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, da Giuseppe Cutino e Antonio Napolitano. Anche loro portavano la droga a domicilio, negli studi dei legali, nei locali della movida e perfino a casa. E’ il caso di un avvocato che aveva difeso in alcune cause proprio Cutino, al quale telefonava e inviava messaggi : “Ci vediamo in portineria, fammi questa cortesia”. “Eh - gli rispondeva il pusher - non puoi scendere dal garage dall’altro lato?”. Ma l’avvocato non era l’unico a usufruire del servizio. C’era anche la giornalista che telefonava dall’assessorato ("Una cosa assurda, chiediamo a Gucciardi di avviare indagini interne", tuona il gruppo M5S a Sala d'Ercole), che una volta si è fatta portare la coca davanti a Villa Filippina.

Per evitare problemi gli chiedeva di adottare uno stratagemma già rodato, ovvero nascondere la dose sotto una pietra, così come lei avrebbe fatto con il denaro inviandogli anche un messaggio. “Pietra lunga e stretta”. Poi c’era anche una “regina della movida”, a volte nei panni dell’acquirente e altre volte in quelli dell’intermediario. Con il suo pusher, Napolitano, si vedevano davanti ai pub, da “Le officine di Dio” a “Robinson”. E gli faceva presente che insieme avrebbero potuto fare tanti soldi: “Ti rendi conto…si mangia bene…mangiamo bene”. Era un semplice consumatore l’ex assistente di polizia, che si faceva portare la droga con una chiamata. I colleghi che stavano intercettando i trafficanti hanno registrato, 70 telefonate tra novembre 2012 e giugno 2013: quasi due telefonate a settimana.

Spaccio di coca, le foto degli arrestati

Altri clienti facevano le loro ordinazioni con qualche messaggio criptico: “Vita ho 7 persone a cena, cazzo se lo sapevo prima mi dispiace farti tornare”. Allo stesso modo, tramite cellulare, comunicavano il giorno dopo quanto fossero soddisfatti (o insoddisfatti) del prodotto: “Sembra che abbiamo mangiato diverso lì, al ristorante di ieri. No cioè, non è mangiare nostro, non è ristorante per noi, questo taverna è”. Tra gli arrestati c’è anche Giuseppe Rosciglione, della famiglia che dal 1840 produce cannoli siciliani, cugino della moglie di Alessandro Bronte: “Gli ho dato 200 grammi a cinquantuno (euro, ndr). Più tardi - diceva Pietro Catalano - mi porta i soldi e ne vuole altri 200, 300 grammi”,

Tante storie diverse che, però, si riconducono al grande spaccio organizzato dai palermitani arrestati, in affari con grossi trafficanti campani e calabresi. Per concordare i dettagli, come prezzi e luoghi d’incontro, utilizzavano schede sim intestate a ignari cittadini bengalesi o americani. Traffici seguiti passo per passo dagli agenti della Squadra Mobile che a più riprese hanno effettuato ingenti sequestri di stupefacente di ogni genere, che viaggiavano sui furgone o tramite le navi, per arrivare poi al Capo e a Ballarò. In questi spostamenti si inquadra l’arresto di Salvatore Peritore, trovato nel 2014 a passeggiare per le vie del centro storico con addosso 93 mila euro che sarebbero serviti per qualche compravendita.

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