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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Politeama / Via Nicolò Turrisi

La città "abbraccia" Nino Di Matteo In 200 al sit in davanti al tribunale

Solidarietà per il pm impegnato nella trattativa stato-mafia. Al segnale i cittadini si sono stesi per terra come a voler simulare la morte. Il magistrato: "Non è più possibile sopportare gli assordanti silenzi istituzionali"

"Dovete ammazzarci tutti". Intonando questo slogan sono stati oltre 200 i cittadini intervenuti al flash mob di fronte al tribunale per manifestare il proprio sostegno al pm Nino Di Matteo, impegnato nel ruolo di pubblica accusa nella trattativa stato-mafia e oggetto di pesanti minacce. Poi il magistrato sbuca fuori dal palazzo di giustizia per salutare i tanti palermitani accorsi e legge una "lettera di ringraziamento scritta di getto nella notte" in cui si dice "fiero della passione civile che resiste nonostante tutto - poi continua -. La sete di verità e giustizia sono sacri valori per cui vale la pena farsi sentire".

Tribunale, sit in per il pm Di Matteo - foto Campolo



Il più classico dei tam tam sui social network a cura di Azione Civile: appuntamento alle 19 nello spiazzo antistante del tribunale. Al fischio tutti giù per terra, come a voler simulare la morte. Donne e uomini di ogni età ad urlare il proprio "incondizionato sostegno nei confronti di chi fa il proprio lavoro senza timore". "Dopo le minacce fatte a Di Matteo - spiega Linda Grasso - pensiamo di non poter più permettere che avvenga alcuna strage. Sappiamo che dietro tutto ciò c'è lo stato, ma i suoi uomini migliori non possono più pagare con la vita. Lo stato deve capire. Rispetto a 20 anni fa - prosegue - è cambiata la nostra coscienza. Siamo stanchi e non siamo più disposti ad accettare questo andazzo. E' impensabile che si tenti di distruggere le intercettazioni, utili per capire meglio come sono andate le cose".

"Il mio lavoro e quello di tanti altri - spiega il magistrato - potrà servire a 'contagiare' la società per renderla più sana. Alcuni forse dimenticano l'importanza del ruolo che rivestiamo che di fatto è un servizio per lo stato ed il cittadino. Non è più possibile sopportare i tanti assordanti silenzi istituzionali - poi conclude -. La verità è l'unica strada verso la libertà. Bisogna lavorare e indossare la toga ricordando ciò che significa, non dimenticando cosa ha pagato chi l'ha indossata prima di noi". A conclusione della lettura è intervenuto anche il procuratore aggiunto del tribunale di Palermo Leo Agueci, in qualità di "portavoce dei tanti colleghi che non hanno potuto presenziare, per ringraziare il pm Di Matteo e la città che si fa promotrice di una straordinaria iniezione di fiducia per quello che, di fatto, è solo il proprio dovere".

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