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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Tre fratellini costretti a giochi a sfondo sessuale: condannata una trentenne

Deve scontare 7 anni e 24 giorni per violenza sessuale di gruppo e violenza sessuale aggravata. Fu arrestata nel 2008 insieme ad altre tre persone, tra cui la madre di tre fratellini vittime degli abusi. Li costringevano al "gioco della bottiglia" con pratiche erotiche spinte

Orge, giochi come "obbligo-verità" a sfondo sessuale, pratiche erotiche molto spinte. Tutto davanti a bambini piccoli che, in alcuni casi, venivano coinvolti in prima persona. Bimbi costretti ad avere rapporti, anche con la loro stessa mamma, e a fumare marijuana. Bambini che tra le mura domestiche non trovavano riparo ma, al contrario, violenze fisiche e psicologiche. Dove anche il gioco diventava fonte di paura.

E'  lo squallido quadro ricostruito dalla polizia al termine di una lunga indagine che nel 2008 ha portato a 4 arresti e che oggi vede la condanna di una delle protagoniste - una trentenne palermitana - a 7 anni e 24 giorni. La donna - proprietaria dell'appartamento di Ballarò dove si sono consumati i fatti - è stata riconosciuta colpevole di violenza sessuale di gruppo, violenza sessuale aggravata, atti sessuali su minorenne e maltrattamenti in famiglia, in concorso e continuati. Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile. Tra gli arrestati, in attesa di sentenza definitiva, c'erano anche (all'epoca dei fatti) un diciassettenne, la madre di tre fratellini vittime degli abusi e una coppia di conviventi, tra cui la donna condannata.

Tutto ha inizio nell'aprile del 2008, quando la Mobile ha accertato che tre fratellini (che non avevano ancora compiuto dieci anni) erano vittime di violenze sessuali di gruppo. Gli episodi contestati avvenivano tra le mura domestiche, nella casa abitata dall'arrestata, dal compagno e frequentata da altri familiari, alcuni dei quali autori degli abusi. "Una vicenda raccapricciante - sottolineano dalla questura - per il fatto che le vittime fossero legate ai componenti del gruppo da vincoli, non soltanto di conoscenza ma anche di stretta parentela: infatti, tra i 'carnefici' dell’agghiacciante storia, anche la madre delle tre vittime". Una delle piccole vittime (all'epica dei fatti ospite di una casa famiglia) ha però trovato la forza di confidarsi con gli assistenti della stessa struttura e con i responsabili del servizio di Neuropsichiatria Infantile.

Dai racconti dei bambini, riscontrati dagli investigatori, risultò che "la casa della coppia di coniugi è stata, nel corso del tempo, luogo di abituale frequentazione per i piccoli e la madre e, soprattutto, teatro di giochi erotici spinti cui, nel migliore dei casi, i fratellini sarebbero stati costretti ad assistere. Strumento di coinvolgimento per i minori ai 'giochi sessuali di gruppo' sarebbe stato, tra l’altro, il gioco 'obbligo o verità', o il classico 'gioco della bottiglia' che, a conclusione del suo giro, avrebbe stabilito il destinatario dell’abuso perpetrato dalla coppia di coniugi e addirittura, in alcuni casi, anche dalla madre delle vittime".

Gli indagati, all’interno dell’abitazione, non si sarebbero limitati ai giochi sessuali ma avrebbero anche fumato liberamente e fatto fumare marijuana alle vittime e avrebbero visionato film pornografici, sempre in presenza dei minori.

 

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