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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"La mafia uccide solo d'estate" stravince il prime time: quasi 6 milioni di spettatori

La prima puntata della fiction, tratta dall'omonimo film di Pif, andata in onda lunedì sera su Rai 1 è stata un successo. Lunedì prossimo altri due episodi

Grandissimo risultato per la nuova fiction "La mafia uccide solo d'estate", ispirata all'omonimo film di Pif che racconta, attraverso la voce fuori campo dello stesso Pierfrancesco Diliberto, la storia di una famiglia nella Palermo degli anni '70, mescolando tragedia e commedia. La serie è stata vista da 5 milioni 950 mila spettatori ed ha avuto uno share del 22.70. La fiction batte il telefilm  "Criminal minds" in onda alla stessa ora su Rai 2 e "Indovina chi viene a cena" e "Report" su Rai 3

LA SERIE - Si compone di sei puntate. E' diretta da Luca Robioli e vede come protagonisti Claudio Gioè, Anna Foglietta e Francesco Scianna. "La serie tv - ha detto Pif - entra nelle case, anche quelle dei mafiosi, per prenderli in giro, sminuendoli, e la mafia non ha senso dell`umorismo: se cogli il lato umano, ridicolo, è una vittoria. Ed è grazie anche a Peppino Impastato che oggi si può prendere in giro la mafia senza che ti succeda niente".

L'OMAGGIO DI GRASSO - Tra coloro che hanno apprezzato la fiction, anche il presidente del Senato Pietro Grasso. In occasione della presentazione, al cinema Barberini di Roma, Grasso ha commentato: "Non dobbiamo vedere i mafiosi come eroi, la mafia va presa in giro, perché è sangue, violenza, paura, non potere e denaro: non rappresenta quei miti che possono attrarre. Il grande merito de 'La mafia uccide solo d`estate' è il modo di trattare questo fenomeno". 

pif-la-mafia-uccide-solo-d-estate-2"Quando andai a vedere il film erano 24 anni che non entravo in un cinema, alla fine dissi a Pif 'è il film sulla mafia più bello che abbia mai visto'. - ha aggiunto Grasso - La fiction riprende quel modo di narrare la mafia con leggerezza ma anche con precisa documentazione, tratta il tema con ironia e lancia un messaggio". Sottolineando il vuoto che i giudici Falcone e Borsellino hanno lasciato nella sua vita, Grasso ha affermato: "Non devono essere considerati eroi e miti, ma persone che avevano il grande pregio di non arrendersi, di credere nelle proprie idee e andare avanti con coraggio, come dobbiamo fare noi".

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