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Cronaca

Tar contro il Comune: madre e figlio rientrano in possesso della tomba di famiglia

I giudizi amministrativi hanno dato ragione a una donna e al figlio ai quali era stato impedito di seppellire un loro caro al cimitero dei Cappuccini. La concessione era stata revocata senza che loro ne fossero stati informati

Annullata la revoca della concessione cimiteriale firmata dal comune di Palermo, il tribunale condanna l'Amministrazione e permette a una donna e al figlio di rientrare in "possesso" della cappella di famiglia. Lo ha stabilito la terza sezione del Tar di Palermo, presieduta dal presidente Solveig Cogliani, in accoglimento del ricorso presentato dalla moglie e dal figlio del defunto. Ai due, che non sapevano nulla del provvedimento di revoca, non era stato consentito di seppellire un loro caro.

La vicenda ha origine nel novembre 2015. Dopo la morte del marito, la donna e il figlio - in qualità di eredi - avevano chiesto al cimitero dei Cappuccini di poter seppellire la salma. In quella occasione, però, hanno scoperto che la bara non poteva essere seppellita poiché la concessione cimiteriale era stata revocata dal Comune di Palermo senza che loro ne fossero stati informati.

La donna e il figlio, assistiti dagli avvocati Angelo Vassallo e Giuliana Sapienza, hanno fatto ricorso al Tar di Palermo per ottenere giustizia. I giudici amministrativi, che già a marzo 2016 avevano sospeso gli effetti della revoca della concessione, oggi hanno definitivamente dato ragione alla signora al proprio figlio, annullando il provvedimento e condannando il Comune a pagare delle spese processuali.

avvocato giuliana sapienza"Questa sentenza - spiega l’avvocato Sapienza (nella foto a destra) - è un’ulteriore conferma del fatto che l'Amministrazione comunale, nel revocare le concessioni cimiteriali, ha commesso numerose irregolarità non informando il più delle volte i titolari stessi delle concessioni. Questa palese ingiustizia fa sì che ogni cittadino destinatario di un tale provvedimento potrà ottenerne la sospensione e il conseguente annullamento al fine di rientrare - conclude il legale - nella piena disponibilità della propria concessione".

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