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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Ustica

Strage di Ustica, la Corte d’Appello “Scenari di guerra attorno al Dc9”

E' scritto nella sentenza confermata ieri dalla Cassazione che condannava i ministeri dei Trasporti e della Difesa a pagare i risarcimenti ai familiari delle vittime. I giudici: "Nessuna traccia di esplosione"

“Il processo civile risulta autonomo rispetto a quello penale, anche in materia probatoria vigendo nel processo civile la regola della preponderanza dell'evidenza o 'del più probabile che non’”. Lo scrive la Corte di appello di Palermo nella sentenza confermata ieri dalla Cassazione che condannava i ministeri dei Trasporti e della Difesa a pagare i risarcimenti ai familiari delle vittime che li avevano citati.

La Corte risponde, inconsapevolmente, a quanti, commentando la sentenza di ieri, hanno sostenuto che i procedimenti penali sulla strage di Ustica non seguono la tesi secondo cui a provocare la caduta dell'aereo fu un missile. “Se pertanto il richiamo - continua la Corte - al principio dell'accertamento probatorio 'oltre il ragionevole dubbio, effettuato dagli appellanti (i ministeri della Difesa e dei Trasporti ndr) non è pertinente, va rilevato che la certezza probabilistica propria del giudizio civile deve applicarsi anche quando, come nella specie, vi sia un problema di scelta tra ipotesi in ordine alla ricostruzione del fatto dovendo procedersi alla decisione della lite civile secondo la soluzione che riceva comparativamente il maggior supporto logico sulla base degli elementi di prova disponibili, autonomamente valutati”.

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LA LAMPADINA - Una lampadina per l'illuminazione concentrata dall'alto risultava col bulbo in vetro integro così com' era integro il bulbo di vetro della lampada del bagagliaio principale”. C'é anche questo tra gli elementi valutati dalla Corte di appello civile di Palermo che ha fatto ritenere ai giudici, Alfredo Laurino, Guido Librino e Maria Giovanna Sambito, che ad abbattere il Dc 9 Itavia sui cieli di Ustica sia stato un missile e non un'esplosione dentro il velivolo. La sentenza del 14 giugno 2010 è stata confermata ieri dalla Cassazione. La Corte, tra l'altro, ha anche valutato che i tappetini sotto le poltrone non presentavano tracce di esplosione o combustione ma tracce di azioni meccaniche violente, che nessuna maschera d'ossigeno risultava fuoriuscita dalla propria sede tra quelle ritrovatele, che le prove acustiche sul contenuto del cockpit voice recorder avevano consentito di valutare come esterni i rumori registrati (dal microfono di cabina) qualche secondo prima dell'interruzione elettrica.

La Corte spiega anche come le perizie dimostrino che non è stata trovata traccia di esplosione in diverse parti dell'aeromobile ma che nella parte inferiore dello sportello del vano bagaglio anteriore erano stati trovati due fori con andamento dall'esterno all'interno prodottisi a velocità superiori a quelle compatibili con l'impatto. Per i giudici palermitani questi elementi "non si conciliano con l'ipotesi di azioni violente all'interno dell'aeromobile e fanno senz'altro ascrivere il precipitare dell'aereo all'abbattimento da parte di un missile (il tipo 'continuos rod' indicato dalla maggioranza dei periti aveva maggiori probabilità di non lasciare tracce) in relazione alla traiettoria dall'esterno all'interno delle schegge rilevate, dall'assenza di tracce interne di esplosioni su parti recuperate, dall'assenza di ustioni su tutti i cadaveri recuperati e della mancanza di tracce di Co e Hcn nei polmoni e nel sangue di quelli sottoposti ad autopsia”.

IL VELIVOLO FANTASMA - A supporto della tesi che a far precipitare il Dc 9 Itavia sui cieli di Ustica sia stato un missile, secondo la Corte di appello civile di Palermo, vi è “la presenza di un altro velivolo lungo la stessa aerovia assegnata al Dc 9 Itavia a ridotta distanza e la circostanza, desunta dai nastri registrati a Fiumicino, che intorno al volo del Dc 9 vi fosse uno scenario alquanto complesso (tracce di velivoli non identificati) elementi che non si spiegano altrimenti se non con uno scenario di guerra, non sembrando appunto verosimile che una bomba esploda su un aereo di linea (nell'anno 1980 e su una rotta nazionale) proprio mentre lo stesso veniva utilizzato come schermo da un velivolo non identificato”. (Ansa)

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