rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Vende casa abitata dal "suocero" e il Fisco gli presenta il conto, contribuente vince ricorso

L'Agenzia delle Entrate aveva inviato un avviso chiedendo 175 mila euro per la vendita di un immobile. Il suo avvocato ha dimostrato la stabilità del rapporto fra lui e la compagna (da cui era nato un figlio), riuscendo a fare riconoscere la loro convivenza "more uxorio" anche in ambito tributario

Riconosciuto sotto il profilo tributario il legame familiare tra l’ormai ex proprietario di un immobile e suo "suocero di fatto". Così ha stabilito la Commissione tributaria regionale della Sicilia in relazione all’appello presentato 6 anni fa da un contribuente al quale, nel 2008, l’Agenzia delle Entrate aveva recapitato un avviso di accertamento con cui chiedeva un pagamento da 175 mila euro considerando "una plusvalenza derivante dalla vendita di un immobile conseguito nell’anno d’imposta 2008". I suoi avvocati, Domenico Arcudi e Ada Rera, sono riusciti a dimostrare la stabilità del legame fra il loro assistito e la sua compagna (figlia del "suocero di fatto"). Relazione dalla quale era anche nato un figlio.

La questione era sorta in relazione a un immobile acquistato dal contribuente nel 2004, abitato dal padre della convivente "more uxorio", e poi rivenduto nel 2008. "Per usufruire delle detrazioni - ricostruiscono i legali - il contribuente avrebbe dovuto adibirlo ad abitazione principale propria o di un 'familiare', intendendosi per tale un parente entro il terzo grado o un affine entro il secondo, per la maggior parte del periodo intercorso tra l'acquisto e la cessione. Non essendo legato alla propria compagna dal vincolo coniugale, la disposizione normativa sembrava in un primo momento non trovare applicazione al caso in esame. Tanto che la Commissione di primo grado aveva rigettato il ricorso".

Gli avvocati hanno presentato nuovamente ricorso alla Commissione d’appello. Dopo aver dimostrato la certezza del rapporto di convivenza i legali hanno invocato un'interpretazione evolutiva e costituzionalmente orientata della norma che riconoscesse valore giuridico anche alla convivenza 'more uxorio', così da adeguare il diritto alle nuove esigenze sociali. La Commissione tributaria regionale, composta da Rosangela Maira (presidente), Alfredo Montalto (relatore) e Settimo Puccio (giudice), con la sentenza n. 7581 del 17 dicembre 2019 ha accolto la tesi ed ha annullato l’avviso di accertamento.

"La sentenza della Commissione tributaria - commentano gli avvocati Arcudi  e Rera - ha un'indubbia portata innovativa. E' stata infatti riconosciuta rilevanza giuridica alla convivenza ‘more uxorio’ anche in ambito tributario, ed applicata l'agevolazione fiscale prevista dall'articolo 67 del Testo unico delle imposte sui redditi nell'ipotesi di famiglia di fatto, escludendo ogni intento speculativo anche al caso di specie. Questa decisione - aggiungono ancora i professionisti - si innesta nel solco dei più recenti principi formulati dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che, in più occasioni, ha parificato i legami di fatto fondati su stabili convivenze a quelli fondati sul vincolo del matrimonio".

Sulla scorta di queste informazioni la Commissione tributaria regionale composta da Rosangela Maira (presidente), Alfredo Montalto (relatore) e Settimo Puccio (giudice) ha accolto l’appello e annullato l’avviso di accertamento da 175 mila euro.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vende casa abitata dal "suocero" e il Fisco gli presenta il conto, contribuente vince ricorso

PalermoToday è in caricamento