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Cronaca

Riscaldamenti spenti, scuole al gelo: protestano studenti e genitori

I ragazzi dell'alberghiero Paolo Borsellino, del Volta, del Rutelli e del liceo Galilei si sono presentati avvolti da plaid e coperte. Situazione difficile anche per i piccoli alunni della primaria di Pallavicino e della Giuseppe Scelsa di piazza Villagrazia

Quando è suonata la campanella, stamattina, i ragazzi dell'Ipssar Paolo Borsellino di piazza Giovanni Bellissima, a Pallavicino, non sono entrati in aula. Sono rimasti davanti al cancello sfoggiando un look che non passa inosservato: erano tutti avvolti da plaid e coperte portati da casa. Non una nuova moda, ma il loro modo di protestare contro la mancanza del  riscaldamento. Stessa sorte patita dai colleghi della succursale, in via Nicolò Spedalieri. "Stiamo congelando - dice uno dei rappresentanti, Mirko Ingrassia, a PalermoToday - . La procedura vuole che i riscaldamenti vengano accesi regolarmente dal 6 dicembre. Oggi è il 21 gennaio e nessuno ha provveduto. Per questo oggi, quando è suonata la campanella dell'intervallo, abbiamo abbandonato le aule".

Gli allievi dell'alberghiero non sono i soli a patire il freddo. In agitazione anche gli studenti dell'istituto tecnico Volta di via dei Picciotti, l’istituto superiore Rutelli di piazza Montalto (che nei giorni scorsi hanno dato vita a un flash mob), del Galilei di via Danimarca, dell'artistico Catalano di via La Marmora. "Facciamo lezione - racconta Davide Cicerone, rappresentante d'istituto del liceo scientifico Galileo Galilei (nella foto in basso) - senza riscaldamenti e con una temperatura poco 'agevole'. Siamo costretti a portare plaid e stufette da casa perché la Provincia ritarda, non ci manda il gasolio e di conseguenza non riusciamo ad attivare l'impianto di riscaldamento. La dirigenza ci è venuta incontro, dopo numerosi solleciti da parte di noi studenti, riducendo l'orario di oggi e di domani". "Tutti con il plaid, è l'unica soluzione", ribadisce Giulia Bonello.

"Non sappiamo cosa significa riscaldamento - lamenta Ilenya Cirasici del liceo artistico - e solo il preside nella sua bella stanza ha il riscaldamento. Noi a morire di freddo con le finestre di alcuni piani piene di spifferi. La nostra scuola é su nove piani, con due scantinati e quasi ogni ora cambiamo aula. Studiare con i giubbotti é scomodo, sono i professori i primi a lamentarsi".

E se i più grandi decidono di scendere in strada o si "attrezzano" con le coperte, maggiore è il disagio quando si parla di scuole elementari. Aule fredde anche alla primaria di Pallavicino, dove gli alunni hanno dai tre ai dieci anni. "I grandi - segnala Cinzia Domy Spanò - credo che possano resistere. Ma i bambini della scuola elementare senza riscaldamento non lo accetto. Non possono stare al gelo e con i giubbotti. E' una terra di nessuno".

Per colpa dei locali troppo freddi sono rimasti a casa trecento bambini della scuola Giuseppe Scelsa, di piazza Villagrazia. La centralina della caldaia è rotta dal 7 gennaio e le aule, con le temperature in calo, sono diventate invivibili. Il dirigente scolastico Ilaria Virciglio ha segnalato la situazione all’Amg, ma dopo un primo sopralluogo la situazione è rimasta la stessa.

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