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Cronaca

Una molecola a forma di Trinacria: la scoperta di un ricercatore palermitano emigrato

Dario Mosca, che si è trasferito all'università di Namur in Belgio, ha sintetizzato una molecola (chiamata "Propella Trinacria" in onore della Sicilia) che potrebbe avere importanti risvolti in ambito tecnologico. Il suo studio pubblicato dalla rivista scientifica internazionale “Chemistry an European Journal”

Fa parte dei circa 60 mila “cervelli in fuga” che ogni anno lasciano la propria terra, costretti a emigrare per inseguire la propria passione o semplicemente per trovare lavoro. E nonostante ciò ha voluto dedicare il nome della sua scoperta scientifica alla Sicilia e ai siciliani. Si chiama infatti “Propella Trinacria” la molecola sintetizzata dal 31enne palermitano Dario Mosca, recentemente pubblicata dalla rivista scientifica internazionale “Chemistry an European Journal”.

La rivista tedesca ha riconosciuto la validità dello studio del chimico che quattro anni fa ha lasciato Portella di Mare, una frazione di Misilmeri, per fare attività di ricerca all'università di Namur, in Belgio. “Studiando polimeri supramolecolari di natura aromatica - spiega Mosca – sono riuscito a sintetizzare una molecola che, in un secondo momento e grazie a una corretta analisi dei suoi cristalli, è apparsa interessante sotto il profilo chimico e di sicuro utile per diverse applicazioni tecnologiche. Se adeguatamente modificata, questa molecola, potrebbe contribuire alla formazione di materiali ad oggi impossibili da ottenere e utili in ambito tecnologico”.

Coinvolto in diversi progetti europei e collaborando con moltissimi docenti ed industrie di fama internazionale, il giovane dottore palermitano ha condiviso il lavoro sulla “Propella Trinacria” con il dottore Antoine Stopin e il professore Johan Wouters dell’Università di Namur, il dottore Nicola Demitri del Centro Elettra - Sincrotone di Trieste ed infine con il professore Davide Bonifazi dell’Università di Cardiff. Dopo l’analisi dei cristalli Mosca si è accorto della similitudine fra la sua molecola e la Trinacria, simbolo raffigurato nella bandiera della sua regione.

“Da lì ho preso spunto per battezzare la molecola. Stavo cercando un fiore che potesse avere tre petali e tre foglie quando, ascoltando ‘La banda del sogno interrotto’ dei Modena City Ramblers, ho alzato gli occhi e li ho rivolti alla bandiera della Sicilia che porto sempre con me, notando la netta somiglianza. Poi, insieme al mio professore, ho proposto questa nomenclatura che la rivista scientifica, fortunatamente, ha deciso di accettare. Non potevano fare altrimenti, sono davvero identiche: la testa della Medusa, le gambe e le spighe di grano sono lì”.

ricercatore dario mosca-2La “Trinacria” sotto il profilo chimico, se correttamente modificata, può essere utilizzata per la sintesi di nuovi catalizzatori ma anche come macchina molecolare, ovvero una molecola capace di rispondere a diversi stimoli (come per esempio la luce o il calore producendo energia, cambiando di colore oppure ancora rilasciando molecole più piccole). “E’ un settore in forte crescita. Le macchine molecolari oggi più che mai sono all’apice dell’indagine scientifica per merito anche dell’assegnazione del premio Nobel per la Chimica 2016 ai loro scopritori, i professori Sauvage, Stoddart e Feringa".

Il progetto del ricercatore palermitano, che nell’ateneo palermitano si è laureato sia alla triennale che alla specialistica, era basato sui “sistemi aromatici”. “Ci vorrà forse un po’ di tempo - conclude Mosca - per vedere l’applicazione di una scoperta del genere, ma rimaniamo molto ottimisti. In fin dei conti la canzone dei Modena dice: ‘Se non sono ancora stanchi non si stancheranno mai, non li fermano con gli spari, non li fermano con le tv sono i veri siciliani e non si fermeranno più’. Una frase - aggiunge il chimico - detta con l’intento di incitare, nel suo piccolo, tutti quei siciliani che dentro e fuori l’isola portano alto il valore della nostra Isola, spesso associata a tristi avvenimenti quando invece è terra di uomini coraggiosi, volenterosi, capaci e giusti”.

E sebbene il dottore Mosca non abbia tra i suoi progetti (almeno per il momento) quello di rientrare, non nasconde la nostalgia per la sua terra: “Non si possono cancellare 25 anni con un colpo di spugna. Quindi è ovvio che il cuore e spesso anche la testa siano lì. I miei familiari e amici mi attendono per tornare alle vecchie abitudini, ma il mio lavoro è qui in Belgio e sono costretto ad affrontare la malinconia. Non basta essere forti mentalmente. Non basta essere dei leoni, bensì dei muli. Rigare dritto senza alzare la testa, continuare per la tua strada nonostante gli altri tentino di fermarti. È importante pensare che gli sforzi fatti oggi verranno ripagati domani e bisogna mantenere un atteggiamento positivo, coltivando i sogni giorno per giorno qualunque essi siano. Tutto questo è facile? Certamente no, in questo modo la testa rimarrà concentrata sui sogni, le ambizioni, sul presente. Il cuore invece rimarrà lì, per sempre nella mia terra natia, fra una partita di calcetto con gli amici, una teglia di sfincione, l’odore del mare e l’abbraccio della famiglia”.

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