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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Centri sociali-Casapound, Cassazione: "Scontro politico non è per futili motivi"

I giudici della Suprema Corte hanno annullato con rinvio una sentenza della Corte di Appello di Palermo, con la quale, è stata aumentata la pena ad alcuni attivisti per fatti che risalgono al 2011

"Lo scontro di natura politica non è per futili motivi". A stabilirlo è la Suprema Corte di Cassazione che ha annullato con rinvio una sentenza della Corte di Appello di Palermo, con la quale, è stata aumentata la pena ad alcuni attivisti di un centro sociale di Palermo. I militanti erano accusati di lesioni aggravate per avere aggredito alcuni militanti dell’organizzazione Casapound in uno scontro risalente all'estate del 2011 in piazza Indipendenza. La Cassazione adesso ha rilevato come la sentenza del Giudice di Appello fosse contraddittoria "in quanto la sussistenza dell’aggravante dei motivi abietti e futili va in contrasto con l’accertato movente politico".

Ha così ordinato il rinvio ad altra sezione della Corte di Appello di Palermo che negli scorsi giorni ha disposto, conformemente a quanto rilevato dalla Corte di Cassazione, "l’insussistenza della contestata aggravante, e la conseguente dichiarazione di non doversi procedere a carico degli imputati, in quanto i militanti aggrediti avevano nel corso del processo di primo grado rimesso la querela". 

I fatti risalgono a sette anni fa quando, dopo la contestata pubblicazione di un libro di un militante dell’organizzazione di estrema destra Casapound, alcuni militanti di un centro sociale palermitano si scontrarono con gli appertenenti alla "fazione opposta". Ad avere la peggio furono gli esponenti neofascisti che prontamente presentarono querela alla Digos di Palermo. Fu evidenziato che i militanti di Casa Pound vennero "brutalmente malmenati per ragioni sicuramente legate alla loro militanza in gruppi ideologizzati da sempre in contrasto tra loro".

Nel corso del processo di primo grado, i militanti di Casapound rimisero la querela, ma il Giudice pronunciò comunque condanna (quattro mesi pena sospesa), perché, sebbene il reato fosse procedibile a querela, era aggravato dalla esistenza dei” motivi abbietti e futili” e come tale procedibile d’ufficio. In sede di giudizio d’appello, la Corte aumentò addirittura la pena, ritenendola troppo blanda. La Suprema Corte di Cassazione, su ricorso dell’avvocato Giorgio Bisagna, è arrivata a conclusioni diametralmente opposte: "Le motivazioni non potevano essere considerate futili: le vittime del pestaggio furono inseguite e aggredite dagli imputati per il solo fatto di appartenere a CasaPound. Il percorso dei giudici si era limitato a sottolineare l'estrema banalità del movente che aveva spinto gli imputati a un'aggressione vile, ma senza avere individuato una ragione all'aggressione alternativa rispetto a quella, emergente dallo stesso testo della sentenza, della militanza degli imputati e delle persone offese nelle due formazioni sociopolitiche contrapposte".

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