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Cronaca

Trasporti pubblici, sciopero il 22 marzo: possibili disagi in città

Si fermeranno domani per 24 ore, i lavoratori del settore Tpl trasporto pubblico locale per effetto dello sciopero nazionale, indetto da Fit Cisl Filt Cgil Uiltrasporti, per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro e contro la carenza di fondi

Si fermeranno domani per 24 ore, i lavoratori del settore Tpl trasporto pubblico locale per effetto dello sciopero nazionale, indetto da Fit Cisl Filt Cgil Uiltrasporti, per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro e contro la carenza di fondi che rischia di far tracollare il comparto. Stop a tram bus metropolitane e pullman, in Sicilia. Gli autoferrotranvieri di tutta la regione si fermeranno (personale dei bus tram e metro delle nove città) nella fascia oraria che va dalle 8,30 alle 17,30 (possibili variazioni di orario per ogni singola città), i lavoratori degli impianti per tutto il turno giornaliero. Il personale dei pullman sciopereranno con diverse fasce orarie: personale di movimento dell'Ast dalle 6,30 alle 9,30 e poi ancora dalle 13 alle 16, aziende Anav, Sais, Giamporcaro, dalle 6 alle 9 e dalle ore 13,30 alle 16,30. Uffici e impianti chiusi per 24ore.

“Una protesta che in Sicilia – spiegano Amedeo Benigno Segretario Fit Cisl Sicilia e Salvatore Girgenti Segretario regionale Fit Cisl Responsabile Area contrattuale autoferrotranvieri – assume una valenza in più: il comparto che conta 120 aziende fra pubbliche e private e 8 mila lavoratori è in piena crisi, tagliate tratte, azzerati straordinari, cassa integrazione per alcuni dipendenti, e tutto a causa dei tagli del 20% dei contributi regionali subiti lo scorso anno, (per le aziende pubbliche una media di 8 milioni di euro). E per il futuro, le prospettive sono anche peggiori dato che la Regione, a causa del buco del bilancio, annuncia ulteriori tagli ancora non quantificati. Ad aggravare il tutto il fatto che la Sicilia non attinge ai fondi nazionali del Tpl per l'autonomia di cui gode, e questo fa pesare tutto sulle disastrate casse regionali. Bisogna intervenire, per evitare che questa vertenza si trasformi in un ennesima emergenza sociale” concludono Benigno e Girgenti.   

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