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Cronaca

Sciopero dei musicisti al Teatro Massimo: "Il concerto di Beethoven-Ferro inizierà in ritardo"

La protesta, indetta dal sindacato autonomo Libersind Confsal, è dovuta all'assenza di un piano di stabilizzazione dei precari e al mancato rinnovo della contrattazione di secondo livello: "I lavoratori cominceranno il turno alle 21 invece che alle 20.30"

Inizierà con trenta minuti di ritardo il concerto Beethoven-Ferro, in programma al Teatro Massimo questa sera alle 20.30. Diversi infatti i musicisti che aderiranno allo sciopero indetto dal sindacato autonomo Libersind Confsal che si asterranno dal lavoro fino alle 21. Prosegue la protesta del sindacato, iniziata lo scorso 24 ottobre, in concomitanza con la seconda recita di "Das Paradies und die Peri", a cui è seguito il successivo ritardo di mezz'ora per l'ultima recita del 29 ottobre.

Alla base dello sciopero proclamato dalla quarta confederazione sindacale per numero di iscritti a livello nazionale, l'assenza di un piano di stabilizzazione dei precari e il mancato rinnovo della contrattazione di secondo livello, che ha prolungato le decurtazioni salariali attuate nel precedente piano di risanamento. "La produzione - dichiara Monica Piazza, segretario provinciale Libersind Confsal di Palermo - è cresciuta in termini assoluti e il premio di risultato dei lavoratori, dimezzato per risanare le casse della Fondazione, non è mai stato rivalutato. La proporzionalità tra aumento della produttività e riconoscimento economico dei lavoratori non è stata adeguata".

Il segretario parla poi dei precari: "L’inesistenza di un processo di stabilizzazione in fieri, nonostante la mole di contenzioso presente in Fondazione. Mentre altre fondazioni in Italia, per sanare l'elevato precariato, hanno optato per le transazioni, come il Lirico di Cagliari, il Petruzzelli di Bari, il Carlo Felice di Genova. Si rileva inoltre l’assenza di un piano scritture per la Stagione 2020. I tempi determinati sono tutti in scadenza e nulla è dato sapere sui periodi contrattuali futuri. Non c'è dunque alcuna certezza occupazionale".

Oltre ai diritti dei lavoratori disattesi, il sindacato autonomo denuncia anche il mancato riconoscimento alla consultazione e alla trattativa sindacale, nonostante abbia ampiamente raggiunto e superato il quorum del 5% per la misurazione della rappresentanza (così come previsto dagli accordi e dalle convenzioni di pubblica amministrazione e di Confindustria).

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