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Cronaca

Sciopero dei trasporti: stop a bus e tram Amat, possibili disagi anche per chi deve volare

Gli autisti iscritti al sindacato dei Cobas, venerdì 16 giugno, incroceranno le braccia dalle 8,30 alle 17,30. Il coordinatore regionale del settore Carlo Cataldi: "Incrementare il parco mezzi vetusto e ridotto ad appena 180 bus e nominare un nuovo management"

I Cobas settore Trasporti di Palermo aderiscono allo sciopero nazionale dei trasporti proclamato per venerdì. I lavoratori del settore, iscritti al sindacato, fanno sapere che gli autisti dell’Amat incroceranno le braccia dalle 8,30 alle 17,30. Partecipano alla protesta anche i dipendenti degli impianti fissi, degli uffici, dell’officina, gli addetti alla segnaletica stradale, alla rimozione delle auto e gli ausiliari del traffico, per l’intero turno di lavoro. "I Cobas, per quanto riguarda l'Amat - dice Carlo Cataldi, coordinatore regionale dei Cobas Lavoro Privato settore Trasporti - auspicano un segnale di discontinuità. Nel formulare gli auguri per la rielezione al sindaco Leoluca Orlando, rinnoviamo l’invito all’incremento di un parco mezzi vetusto e ridotto ad appena 180 bus, nonché alla nomina di un nuovo management che possa realmente rilanciare l’azienda”.

"A causa dello sciopero nazionale di 24 ore proclamato dalla sigla sindacale Cobas – settore trasporti - fa sapere il Comune - potranno verificarsi ritardi o variazioni al servizio di linea degli autobus". Lo sciopero è stato deciso a livello nazionale per protestare “contro ogni ipotesi di privatizzazione, liberalizzazione e finanziarizzazione dei trasporti, contro le grandi opere dannose per il territorio e per sostenere la vertenza dei lavoratori Alitalia”. A rischio, per tutta la giornata, anche i voli. 

“In atto – conclude Cataldi – c’è un progetto politico che punta all’abrogazione del Regio Decreto 148 del 1931, che regola la vita lavorativa degli autoferrotranvieri. Si tratta in sostanza di un vero e proprio attacco ai diritti consolidati nel tempo dagli autoferrotranvieri, per introdurre nuove forme di precariato. Mandare in soffitta questa norma, seppur datata nel tempo, senza prevedere un’alternativa, lascerebbe un vuoto pericoloso sul fronte delle tutele dei lavoratori di questo settore”.  

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