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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Termini Imerese

Cibo e preghiere per gli dei, scoperta area sacra a Himera

La campagna di scavi a Termini, condotta dall'università di Berna, ha consentito anche l'identificazione di un imponente edificio che rivestiva una funzione centrale nell'ambito dell'area sacra

Sono giorni cruciali per la quinta campagna di scavi condotti a Himera, sul Piano del Tamburino, nel territorio di Termini Imerese. Gli scavi - che si avviano verso la conclusione - sono stati effettuati dall’Università di Berna grazie ad una convenzione stipulata nel 2012 con il Parco archeologico di Himera. 

“Questa campagna chiude una prima fruttuosa fase di ricerca che ha fornito nuovi e importantissimi dati sulla funzione del Piano del Tamburino all’interno della antica polis greca di Himera”, dice Francesca Spatafora, direttore del Parco archeologico. Sotto la guida della professoressa Elena Mango, responsabile scientifica dell’Università di Berna, ha lavorato, oltra a un gruppo cospicuo di maestranze locali, un’equipe di 13 persone, composta da assistenti, studenti e dottorandi delle Università di Berna, di Neuchâtel e di Tübingen, nonché di un restauratore, di una disegnatrice e dell’archeometro Hans Mommsen dell’Università di Bonn.

La campagna di scavi ha pure previsto altre attività legate allo studio, al disegno e al restauro dei reperti archeologici rinvenuti negli ultimi anni, i più rilevanti dei quali saranno esposti – per la prima volta - in occasione del ricevimento di chiusura della campagna, che si svolgerà il prossimo giovedì 14 luglio, alle ore 18.30, presso il nuovo Museo Pirro Marconi (Tempio della Vittoria) di Himera. 

“I lavori sul terreno - dice Elena Mango - si sono concentrati su due zone, verosimilmente interessate dalla presenza di aree sacre delimitate da un possente muro: una di esse è situata su un pianoro del Piano Tamburino, mentre l’altra si trova a circa 120 metri di distanza in un punto più basso dell’altipiano”. 

In un caso, è stato possibile identificare un imponente e vasto edificio di circa 20 metri di lunghezza che rivestiva certamente una funzione centrale nell’ambito dell’area sacra; nell’altro, un edificio consistente di più vani di dimensioni minori, che ha subito varie modifiche, nonché possenti strutture murarie adiacenti attribuibili a un’area sacra a cielo aperto, dotata di due altari. In quest’area sono state portate alla luce varie fosse e fossette votive, bothroi e un abbondante materiale ceramico (coppe, crateri, idrie, brocche ecc.), osseo e malacologico, che permette di ipotizzare per questa zona una doppia funzione legata sia alla deposizione votiva sia al consumo di cibo e bevande durante le celebrazioni in onore delle divinità. “I lavori svolti - conclude Francesca Spatafora - sono dunque di straordinaria importanza perché permettono di conoscere e comprendere meglio i culti e la vita religiosa degli abitanti dell’antica colonia di Himera”
                
 

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