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Cronaca

Il tragico sbarco palermitano, la polizia arresta 5 scafisti

L'accusa è di immigrazione clandestina, omicidio plurimo aggravato e favoreggiamento. I fermati sono algerini, tunisini e libici, e hanno dai 21 ai 24 anni. Decisive le testimonianze dei sopravvissuti

Con violenza tenevano fermi i migranti durante la lunghissima traversata che si è trasformata in tragedia. Con l'accusa è di immigrazione clandestina, omicidio plurimo aggravato e favoreggiamento, la polizia ha arrestato cinque cittadini stranieri, algerini, tunisini e libici, sbarcati ieri pomeriggio nel porto, dalla nave militare irlandese 'Le Niamh', insieme ad altri 362 migranti. Sono ritenuti dagli investigatori gli scafisti del barcone naufragato mercoledì nel Canale di Sicilia. In carcere sono finiti gli algerini Ali Rouibah, 24 anni, e Imad Busadia, di 23; i libici Suud Mujassabi, 21 anni, Abdullah Assnusi, di 24 e il tunisino Shauki Esshaush, di 21 anni.

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Gli arrestati avrebbero causato la morte accertata di 26 migranti e quella presunta di circa 200, che, a dire dei testimoni, sarebbero rimasti rinchiusi all'interno dell'imbarcazione che si è rovesciata. Gli inquirenti hanno ascoltato per tutto il pomeriggio di ieri i superstiti appena sbarcati, e dopo avere raccolto diverse testimonianze sono scattate le manette. I cinque avrebbero rivestito ciascuno un ruolo ben preciso: uno di questi comandava con l'ausilio di altri due il natante. Gli altri si occupavano di controllare i migranti, impedendo loro di muoversi, utilizzando per questo anche forme di violenza.

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