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Cronaca

Arresti sanità, l'ira di Miccichè: "Io sponsor di Damiani? Pronto a denunciare"

Il presidente dell'Ars interviene in merito all'inchiesta “Sorella Sanità”. Il numero uno dell'Assemblea non è indagato ma il suo nome è pronunciato da uno degli indagati. La replica: "Mi sono scocciato di sopportare organi di stampa che, leggendo nell’ordinanza il tentativo non riuscito di farsi sponsorizzare da me, scrivono tutto il contrario"

"Se un solo organo di informazione si permetterà di scrivere che io sono lo sponsor del signor Damiani, tramite mio fratello Guglielmo, che nella sua vita non mi ha mai fatto una telefonata per sponsorizzare né Damiani, né altri, subirà una denuncia penale e civile per risarcimento danni". Questa è la reazione del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, in merito all'inchiesta “Sorella Sanità” della guardia di finanza che ha arrestato dieci persone. 

Il nome di Miccichè emerge da alcune intercettazioni. Uno degli indagati avrebbe tentato di fare pressioni sul numero uno dell'Ars tramite il fratello. (I Miccichè non sono indagati ndr). Nella nota inviata alle redazioni, Miccichè aggiunge: "Mi sono scocciato di sopportare organi di stampa che, leggendo nell’ordinanza del gip il tentativo non riuscito di farsi sponsorizzare da me, scrivono tutto il contrario, affermando che io sarei lo sponsor di Damiani".

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E sempre tramite una nota stampa viene reso noto che Miccichè, alla luce dell'inchiesta odierna, ha chiesto al presidente della commissione parlamentare Antimafia, Claudio Fava, di “avviare un’inchiesta parlamentare sulla sanità in Sicilia”.

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“Constatiamo che, a proposito di alcune inchieste giudiziarie, vili affaristi, dentro e fuori dalla pubblica amministrazione, si concentrano su appalti, forniture e contratti, anche millantando credito e infamando soggetti ignari – scrive il presidente Miccichè nella richiesta -. La sanità costituisce una branca di primaria importanza per l’intera amministrazione regionale e oggi più che mai, in considerazione dell’emergenza epidemiologica causata dal coronavirus, è necessario che le autorità politiche vigilino sulla gestione del settore sanitario, affinché le risorse vengano utilizzate in modo sano e in favore della cittadinanza”.

“Tale vigilanza è importante sia per il passato che per il futuro, affinché sulle risorse che verranno stanziate anche per la lotta all’epidemia non si addensino quegli appetiti del malaffare che, purtroppo, anche le cronache di questi giorni ci rivelano non essersi mai sopiti”, conclude il presidente dell’Ars.

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