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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Roccamena

"La voce di Roccamena", lo sfogo di un blogger: "La mia vita tra insulti e minacce"

Roberto Mirandola apre un blog sui social per denunciare cosa non funziona nel piccolo paese vicino Corleone, ma da allora la sua vita è diventata sempre più complicata: "Aggressioni fisiche, teste di capretto e una multa da 10 mila euro"

Negli ultimi anni, tramite le pagine dei social network, ha raccontato quello che secondo lui non funzionava nel piccolo comune di Roccamena. Ha ricevuto querele, minacce da soggetti non sempre identificati, e anche una testa di capretto (la più "classica" delle intimidazioni mafiose) davanti casa e, per concludere, una multa da oltre 10 mila euro per violazione della privacy firmata dalla polizia municipale. Tutti episodi collegati, secondo la ricostruzione di Roberto Mirandola, alla sua attività svolta in paese. "La sanzione mi arriva perché in una foto che avevo pubblicato su Facebook - spiega - si vedeva un ausiliare dei vigili urbani. Va detto che hanno stravolto la foto, ritagliandola e mettendo in primo piano uno dei soggetti, quando io stavo fotografando la piazza per far notare che di undici auto parcheggiate male, avevano multato solo la mia. Strano, no?".

Roberto Mirandola-2Mirandola (nella foto a destra), originario di Roccamena, si occupa da 25 anni di malati tumorali e "fine vita". "Per indole, carattere e sensibilità mi sono sempre dedicato al prossimo con impegno e sacrificio. Sono sposato e ho un meraviglioso bambino di 8 anni che vorrei fare crescere in una società dignitosa e onesta". E così da buon "rompiscatole", come si definisce con autoironia, ha iniziato a scrivere le proprie idee e considerazioni su un gruppo Facebook, alcune volte anche con toni pesanti. Come nel caso del depuratore finanziato dall'Unione europea che rischiava di restare una incompiuta. "Mi è arrivata una querela - racconta a PalermoToday - da parte del primo cittadino Tommaso Ciaccio. A seguito di ciò, nel maggio 2015, l'amministratore del gruppo mi ha telefonato per comunicarmi che, suo malgrado, avrebbe dovuto estromettermi dal gruppo perché rischiava anche lui".

erbacce via sicilia roccamena-2Così ne apre uno suo, "La voce di Roccamena", raccogliendo in breve tempo oltre duemila iscritti, più di quanti siano gli abitanti del paese che si trova vicino a Corleone. Mirandola continua imperterrito con le sue denunce. "A luglio 2015 ho sollecitato l’Amministrazione a ripulire via Sicilia, infestata dalle erbacce e ripulita 'a singhiozzo'. Hanno tolto tutto dalla strada, tranne davanti all’abitazione di mia madre (foto a destra)". E così, come in altre occasioni, presenta un esposto ai carabinieri, ai vigili e al Comune, e lo correda di fotografie. Mirandola, a quel punto, inizia a sospettare di essere finito nel mirino del sindaco Ciaccio. Poi un altro episodio in occasione di una seduta "infuocata" in Comune. "Ho rumoreggiato, ma non ero il solo, durante un consiglio comunale per una battuta fatta su un’impiegata comunale, riconducibile in qualche modo all’opposizione, la quale era stata trasferita al museo civico, chiuso da anni per il crollo di un soffitto".

Il Consiglio si concluse, prosegue il racconto, con il sindaco che ha accompagnato la sua uscita con un pernacchia e dicendo "Sei un pagliaccio, vattene fuori". "Non ho visto alcuna reazione da parte delle autorità presenti e ho chiesto al segretario comunale che l'offesa venisse messa a verbale". Ma gli attacchi non finiscono qui e si arriva ad agosto 2015, quando Mirandola riferisce di essere stato aggredito dal capogruppo della maggioranza al Comune all’interno di un bar: "Avevo solo chiesto alcune informazioni e invece mi ha mollato un paio di pugni in faccia". Su questo episodio, così come per altri, il sindaco Tommaso Ciaccio offre una chiave di lettura diversa. "Se mangi noccioline in consiglio e non fai la persona seria, essere buttato fuori è il minimo. Sull’aggressione di Madonia dico che è inevitabile, se ti presenti al bar con un tamburino e disturbi le persone, quella reazione mi sembra normale". Versione che Mirandola respinge.

discarica ex mattatoio roccamena-2I due, ai ferri corti da tempo, si sono scambiati reciprocamente diverse querele. "Se lui scrive la verità non me ne frega niente. Ma se sbaglia a parlare e sostenere che io rubo, che c’entra la mafia o cose del genere, la questione è diversa. Io facendo attività politica ci rimetto, altroché… Vi mostrerei quanto spendo in caffè. E poi se vuole fare delle denunce, che le faccia avendo delle prove". Fra gli altri esposti presentati da Mirandola c'è quello che riguarda l'ex mattatoio comunale, un'area gestita dall'Amministrazione che nel recente periodo è stata trasformata in una discarica (foto a destra). "E' un fatto gravissimo - dice Mirandola - perchè non siamo su strada, ma in un'area circoscritta dove ha competenza il Comune. Quindi sanno che c'è questa discarica e anzi hanno permesso che diventasse così".

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Sull’ultimo capitolo di questa lunga storia, ovvero della denuncia per violazione della privacy che Mirandola ci racconta davanti a una grossa carpetta piena di foto e denunce presentate ai carabinieri, non è ancora stata scritta la parola fine. Per la multa abbiamo chiesto una replica ad Angelo Zummo, comandante dei vigili (ruolo che non ricopriva all’epoca dei fatti): "Se volete sapere se è stato l’unico su undici a ricevere la multa, fate un accesso agli atti. Noi non vi forniremo questa informazione. So che era stato invitato a rimuovere la foto da Facebook, ma ha fatto di testa sua e l'ha lasciata lì". "Sono certo di non aver fatto nulla di male - aggiunge Mirandola, che ormai si sente un 'perseguitato politico' - e per questo ho presentato ricorso. La mia è una voce libera, disinteressata, e non ci sono all'orizzonte candidature politiche per me. Non posso non dire, però, che nel paese di Roccamena c’è un clima di oggettiva paura. Si evita di dare dispiaceri ai potenti di turno, perché qui non c’è una vera cultura dell’opposizione"

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