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Cronaca

La folla rabbiosa, gli spari della polizia, i 4 morti: 59 anni fa la rivolta di Palermo

Quando l'area tra Politeama e Massimo si trasformò in un campo di battaglia: la città non dimentica i fatti dell'8 luglio 1960. Previste diverse iniziative

Un bilancio di 300 fermi, 40 persone medicate per ferite da armi da fuoco, centinaia di feriti e contusi e tre morti. Anzi quattro.
Era un venerdì, era l'8 luglio del 1960. Era una Palermo diversa. Domani saranno passati 59 anni esatti e la città ricorderà quei tragici avvenimenti. Un corteo partirà alle 8,30 da piazza Verdi - e non è un orario casuale - all'angolo con via Spinuzza, per raggiungere la lapide posta all'angolo tra via Maqueda e via del Celso. Alle 9,30, a seguire, si terrà una iniziativa presso la Camera del Lavoro di Palermo, in via Meli, 5, dal titolo “Memorie di una lotta cittadina. Per la difesa della democrazia e la conquista di salario, diritti e lavoro”.

All'incontro sarà rievocata una pagina di storia, i disordini dell'8 luglio del 1960. Quel giorno in Italia si sollevò una protesta che partì da Genova e Reggio Emilia contro il Governo Tambroni che aveva imbarcato nella maggioranza che lo sosteneva anche l’MSI di Almirante e Michelini, cioè i neofascisti. Le proteste si estesero anche ad altre parti d’Italia tra cui la Sicilia. Palermo, appunto, nelle strade del centro.

Durante la manifestazione i poliziotti spararono sulla folla uccidendo tre manifestanti e una passante. Le vittime di quel giorno palermitano furono Giuseppe Malleo di 16 anni, Andrea Cangitano di 14 anni e Francesco Vella operaio di 42 anni. A loro va aggiunta Rosa La Barbera una donna di 53 anni raggiunta da uno dei tanti colpi sparati all'impazzata, mentre si apprestava a chiudere la finestra di casa. 

Alla fine 71 dimostranti saranno arrestati. Negli scontri di Palermo furono anche distrutti alcuni negozi. Quelo giorno il centro di Palermo era presidiato dalla polizia fin dalle prime ore del mattino. Già alle 9 piazza Politeama era piena di gente: lavoratori e ragazzi di borgata che vedevano in quella protesta l'unica possibilità di cambiare la cose. Ingenti schieramenti di polizia, poi le cariche improvvise: la celere assalta il corteo, caricandolo con le camionette, lanciate ad alta velocità. C'è la risposta: vengono lanciati sassi, bastoni e quello che si trova in giro. La zona che va da piazza Politeama a piazza Verdi si trasforma in un campo di battaglia. La polizia inizia a sparare sulla folla. Viene colpito prima Giuseppe Malleo, poi Andrea Gangitano (18 anni), travolto da una raffica di mitra, e Francesco Vella, freddato mentre soccorre un ragazzo di 16 anni colpito da un lacrimogeno. L'ultima vittima è Rosa La Barbera.

All'iniziativa di domani, introdotta dal segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo, intervengono il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo, il vice presidente Anpi Palermo Angelo Ficarra, l'assessore al Lavoro del Comune di Palermo Giovanna Marano e il segretario generale Fillea Cgil Sicilia Mario Ridulfo. Ci saranno anche il preside del liceo artistico economico Crispi-Damiani Almeyda, gli insegnanti, gli alunni  e gli 8 studenti vincitori a maggio del premio indetto dalla Fillea Cgil con un concorso che si è svolto nel marzo scorso. 

"La memoria va difesa e trasmessa alle giovani generazioni, in questo caso facendo rivivere una pagina importante della  storia della nostra città e i valori a essa legati della Resistenza e della difesa della nostra Costituzione”, dichiara il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo.   “Dagli elaborati del concorso  – dice il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo - in vista del sessantesimo anniversario,  come Fillea proponiamo  al Comune la realizzazione delle installazioni progettate dagli studenti in  una piazza dedicata ai caduti dell'8 luglio o nei pressi dei luoghi in cui si svolsero i fatti. La Fillea quest'anno mette in relazione gli avvenimenti di allora, in cui tanti  giovani disoccupati e lavoratori edili scesero in piazza per la difesa della democrazia, di un salario equo e del lavoro, con il dibattito in corso nel Paese che riguarda la crisi, il salario minimo, la rivendicazione dei diritti”.

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