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Cronaca

Ritrovato lo "Scudo di Garibaldi", l'opera del palermitano Ximenes era stata rubata nel 2000

Era stato regalato dal popolo siciliano al “Leone di Caprera” l’11 maggio 1878, in segno di affetto e riconoscenza dopo lo sbarco a Marsala. I carabinieri lo hanno recuperato in casa di un architetto a Roma

Un architetto aveva nella sua abitazione un autentico pezzo di storia. I carabinieri del reparto operativo Tutela Patrimonio Culturale e della Stazione di Roma Gianicolense hanno recuperato lo “scudo di Garibaldi”, realizzato dal palermitano Antonio Ximenes e che il popolo siciliano donò al “Leone di Caprera” l’11 maggio 1878, in segno di affetto e riconoscenza, dopo lo sbarco a Marsala, che segnò l’avanzata per il ricongiungimento dell’Italia centro-meridionale.

Si tratta di un’opera unica nel suo genere: una scultura bronzea policroma di forma circolare, del diametro di 118 centimetri e del peso di circa 50 chilogrammi forgiata da Ximenes, padre del più noto scultore Ettore Ximenes. Nel centro dello scudo, al posto dell’antico brocchetto che serviva per colpire il nemico, sporge da una conchiglia (per l’appunto Caprera) sormontata dalla testa di Giuseppe Garibaldi. Fa da cornice una corona di quercia cinta da un nastro: sulle foglie sono incise le principali battaglie combattute da Garibaldi, da Montevideo e Digione. Lo scudo è diviso in otto raggi, in ognuno dei quali sono incisi gruppi allegorici che riportano gli stemmi delle principali città italiane, oltre ad icone simboliche che rappresentano la Carità, la Giustizia, la Gloria e la Scienza strategica. L’intero scudo è cinto da una corona d’alloro dove sono incisi i nomi di tutti i “Mille di Marsala” (1089 per l’esattezza ndr). 

Lo scudo fu donato da Garibaldi alla città di Roma, che lo custodì nel Museo Capitolino, per poi essere trasferito presso il Museo Nazionale del Risorgimento nel Palazzo del Vittoriano, come documentato in vari cataloghi di esposizioni dell’opera, per ultimo nel 1982, in occasione del centenario della scomparsa dell’eroe.

A dispetto dell’inestimabile valore culturale dell’opera, che testimonia un segmento temporale fondamentale per la storia del Bel Paese, non è ancora chiaro come lo scudo possa essere sparito dal Museo Nazionale del Risorgimento, per essere recentemente localizzato presso l’abitazione di un architetto romano. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Roma e condotte congiuntamente da carabinieri del reparto operativo del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale e della Stazione di Roma-Gianicolense, da cui è partito l’input investigativo. Sembra che il furto sia avvenuto nei primi anni del 2000. Le indagini proseguono per individuare i complici.

Fonte RomaToday.it

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