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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Via Papireto, 55

Palazzina a rischio crollo, ultimatum del Comune: "30 giorni per la messa in sicurezza"

Dopo la denuncia contro ignoti presentata nel 2010, 13 proprietari di alcuni appartamenti di via Papireto 55 sono ora sotto inchiesta. L'area, a due passi dal Tribunale, è stata transennata dalla Rap. "L'eventuale collasso coinvolgerebbe spazi limitrofi"

Avranno trenta giorni per mettere in sicurezza il palazzo e scongiurare il rischio che crolli. E’ stata emessa un’ordinanza redatta dagli uffici comunali e firmata dal sindaco Leoluca Orlando con cui viene intimato ai proprietari dell’immobile che si trova vicino al tribunale, all’angolo tra via Papireto e via Mura di Porta Carini, di “predisporre un sistema di opere provvisionali che garantiscano la messa in sicurezza dell’edificio tenendo conto della condizione determinata dal totale sgombero dello stesso”. Sono 13 gli indagati perché ritenuti colpevoli di aver omesso di effettuare i lavori strutturali e di messa in sicurezza dell’edificio.

La vicenda ha inizio nel 2010, quando un avvocato che ha lo studio al primo piano di quella palazzina inizia a notare alcune lesioni che lasciavano presagire problemi ben peggiori. Dopo due richieste di archiviazione respinte dal gip, la denuncia inizialmente a carico è andata a segna. Secondo quanto ricostruito da un consulente tecnico d’ufficio l’edificio, risalente ai primi del Novecento, ha subito negli anni diversi ampliamenti. Il primo negli anni Cinquanta, quando la palazzina è passata da tre a sette piani. Nel 2007 un ulteriore ampliamento verticale di un piano che avrebbe contribuito ad aggravare la situazione sotto il profilo statico.

"Le superfetazioni (i piani realizzati successivamente, ndr) hanno inciso in maniera determinante a produrre sull’edificio elevati valori delle tensioni di compressione e l’attivazione di conseguenti lesioni da schiacciamento". Adesso sarà compito della Procura ricostruire l’iter dei lavori, sia dal punto di vista edilizio sia dal punto di vista amministrativo, cercando di chiarire eventualmente se la realizzazione dei piani “comparsi” negli anni sia stata eseguita nel rispetto delle norme tecniche e dei calcoli statici necessari affinché il palazzo continuasse a reggersi in piedi. Anche se recentemente è sorto anche il dubbio che alcuni lavori effettuati nel piano cantinato possano aver minato la stabilità dell’edificio.

Adesso gli inquilini, che hanno già lasciato gli appartamenti, dovranno far “redigere da una tecnico abilitato - si legge nell’ordinanza dell’ufficio Città storica 181/2018 - apposita progettazione da depositare, senza necessità ddi approvazione, presso la competente unità operativa ‘edilizia degradata e interventi urgenti’; al completamento degli interventi provvisionali di messa in sicurezza dovrà essere predisposta apposita relazione conclusiva che certifichi la messa in sicurezza come sopra descritta”. Ma non basta: “Al fine di consentire il riuso dell’immobile (bisognerà, ndr) provvedere al suo recupero funzionale mediante un progetto complessivo di restauro strutturale”.

Per procedere in tal senso è necessario completare le indagini preliminari sull’edificio, con saggi e prove estese a tutti in piani. E tutto con grande urgenza, anche perché il rischio non riguarderebbe solo l’edificio al civico 55 di via Papireto. Secondo le perizie infatti “l’eventuale collasso di una o più parti dell’edificio non avverrebbe sotto forma di implosione ma coinvolgerebbe le parti limitrofe dell’immobile”. Dunque a rischio non c’è solo l’incolumità delle famiglie che ci abitano ma anche quella di pedoni e automobilisti. Il marciapiede e l’area circostante, infatti, sono stati transennati dagli operai della Rap.

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