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Cronaca Arenella-Vergine Maria

Arenella, ragazza killer per difendere il padre: chiesto ergastolo per Alessandra Ballarò

A ottobre 2017 il delitto in cui ha perso la vita Leonardo Bua ed è rimasto ferito il fratello maggiore. Durante la requisitoria il pm ha sottolineato come l'imputata non abbia mostrato alcun segno di pentimento. Sentenza attesa per il 10 luglio

Rischia di passare il resto della sua vita in carcere per aver sparato ai vicini di casa, uccidendo all’Arenella il 36enne Leonardo Bua e ferendo il fratello di 40 anni, Giuseppe. Il pm Renza Cescon ha chiesto al gup di condannare all’ergastolo la giovane Alessandra Ballarò (21 anni), sotto processo per i reati di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e tentato omicidio. Durante la requisitoria, che la ragazza ha ascoltato in silenzio e tra le lacrime, il magistrato ha sottolineato come l’imputata non abbia mai mostrato alcun segno di pentimento. Sentenza attesa per il 10 luglio.

Omicidio all'Arenella, la scena del delitto

La sparatoria è avvenuta a ottobre dello scorso anno in piazzetta Caruso. La giovane Ballarò avrebbe assistito a una lite tra vicini, ovvero tra la sua famiglia e quella dei Bua, con la quale da tempo non correva buon sangue. Dopo la prima serie di colpi la ventunenne sarebbe rientrata a casa per recuperare una pistola e aprire il fuoco contro i fratelli Leonardo e Giuseppe, colpendo al volto e uccidendo il primo e ferendo al fianco il secondo. A quel punto il fratello della ragazza avrebbe preso l’arma e l’avrebbe fatta sparire, probabilmente lanciandola nello specchio d’acqua a pochi passi dal luogo del delitto.

L'arresto della ventunenne | VIDEO

Gli investigatori intervenuti sul posto hanno faticato un po’ per ricostruire l’accaduto. Poi si sono accorti di alcuni "strani" fori in un vaso, ricavati per far spazio agli obiettivi delle telecamere del sistema di videosorveglianza installato proprio dalla famiglia Ballarò per tutelarsi dopo alcuni episodi avvenuti nella piazzetta dell’Arenella. Sul tetto della palazzina, invece, c’era l’hard disk contenente le immagini che qualcuno aveva provato a nascondere sapendo che sarebbero servite per incastrare la giovane Alessandra. Alla base dei dissidi fra le due parti ci sarebbe stato un debito relativo alla compravendita di una casa.

Il racconto: "Fucilate contro casa e quel debito da 30 mila euro"

In 24 ore gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti a ricostruire la dinamica di quel pomeriggio di sangue, procedendo all’arresto della ventunenne e contestando la detenzione illegale della pistola al fratello, che ha patteggiato davanti al gup una pena di 2 anni. Nel corso del processo un consulente ha eseguito una perizia sull’imputata stabilendo che nel momento in cui ha premuto il grilletto era capace di intendere e di volere, ma avrebbe sofferto di un "discontrollo delle emozioni". "Avevo paura che ammazzassero mio papà, lo stavano colpendo con dei bastoni. Lui e le mie sorelle sono le uniche persone che mi sono rimaste", dichiarò davanti al gip durante l’interrogatorio.

Le immagini dal luogo del delitto | VIDEO

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