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Cronaca

I 40 giovani medici palermitani esclusi dalla scuola di specializzazione: riammessi dal giudice

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di 150 camici bianchi, di cui la metà siciliani. Il commento degli avvocati che si sono occupati della vicenda: "Abbiamo portato avanti una battaglia di legalità per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini"

Non avevano potuto accedere alla scuola di Specializzazione medica in quanto il Miur aveva chiuso le graduatorie senza però tenere conto delle eventuali rinunce e dei relativi posti rimasti vacanti. Il Consiglio di Stato, per il secondo anno consecutivo, accoglie i ricorsi proposti dallo studio legale Leone-Fell e dispone l’immatricolazione di 150 giovani medici, 40 sono palermitani, che erano stati esclusi, nonostante la presenza di numerosissime borse ministeriali finanziate e posti mai assegnati.

“Consentire a centinaia di giovani medici di formarsi e di immettersi nel mondo del lavoro è la nostra più grande vittoria – dichiarano Francesco Leone, Floriana Barbata e Simona Fell, soci fondatori dello studio legale Leone-Fell –. Da sempre al fianco studenti, laureati e professionisti, abbiamo condotto delle grandi battaglie di legalità per ripristinare i diritti negati. Consapevoli della mancanza di medici specialisti nelle strutture ospedaliere e, come denunciato anche dalle associazioni di categoria, dell’ormai prossimo collasso del sistema sanitario nazionale – precisano i legali – abbiamo portato avanti una battaglia di legalità per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, permettendo la formazione di un numero maggiore di medici. Ci auguriamo che il Miur possa prendere spunto da queste vittorie per evitare in futuro di commettere gli stessi errori e offrire sin da subito ai nostri ragazzi la possibilità di formarsi e diventare bravi specialisti!”

Facciamo un passo indietro. In Italia è ormai nota la carenza di medici: sono sempre meno numerosi e più vecchi e nel tempo non verrà garantito il turn over. Tanto che recentemente in alcune regioni, come il Molise, per sopperire alla carenza di personale medico nelle strutture ospedaliere, sono stati richiamati a lavoro persino i pensionati. Secondo le ultime proiezioni dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane (basate sui dati del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Miur e del ministero della Salute) dei 56 mila medici che il Servizio Sanitario Nazionale perderà nei prossimi 15 anni saranno sostituiti solo il 75%, cioè 42 mila. Dall’analisi delle curve di pensionamento e dei nuovi specialisti formati nel periodo 2018-2025, è previsto un ammanco di circa 16.700 medici. Il margine di errore è del 5% (+- 835), in considerazione della complessità della stima. Le carenze più elevate si osservano in Piemonte e Lombardia al Nord (2004 e 1921, rispettivamente), Toscana al Centro (1793 medici), Puglia, Calabria e Sicilia al Sud e Isole (1686, 1410 e 2251, rispettivamente). Nessuna regione sarà comunque in grado di soddisfare il disavanzo netto determinato dalla fuoriuscita di specialisti, accelerata dall’entrata in vigore di “Quota 100”.

“Un quadro allarmante a cui si aggiunge anche il comportamento non certo lungimirante del Miur che – precisano i legali - invece di aumentare le borse da mettere a bando, addirittura non mette a reale disposizione parte dei posti già banditi e finanziati”.

Il concorso nazionale prevede infatti che la scelta della Scuola di specializzazione avvenga solo in base al punteggio ottenuto. Così mentre i primi classificati possono scegliere dove immatricolarsi, con lo scorrimento della graduatoria le scelte si riducono drasticamente. In molti, quindi, non trovando posto nelle scuole di interesse preferiscono rinunciare al posto, piuttosto che ripiegare in una branca di non gradimento. Il Miur a quel punto dovrebbe tenere conto di tali rinunce e rimettere i posti lasciati liberi a disposizione degli altri giovani camici bianchi classificatisi successivamente. Invece, in maniera del tutto immotivata, chiude le graduatorie e lascia fuori centinaia di medici, nonostante l’evidente presenza di moltissimi posti liberi. Proprio su questo punto, lo studio legale Leone-Fell ha incentrato la propria battaglia e per il secondo anno consecutivo ha consentito a centinaia di giovani medici di proseguire gli studi.

“Considerato che, risultando messi a concorso un numero di posti inferiore a quanto programmato nelle sedi competenti, – si legge nell’ordinanza - l’amministrazione deve procedere allo scorrimento delle graduatorie delle Scuole di specializzazione nei posti eventualmente disponibili nella sede richiesta, secondo l’ordine di priorità ed entro i limiti della capienza finanziaria”.

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