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Cronaca

Reset e il caso delle buste paga: "Tornare alla normalità per ridurre costi esterni"

Il sindacalista dell'Uras, Pietro La Torre, interviene dopo il servizio andato in onda su "Striscia la Notizia": "Le professionalità interne oggi ci sono". L'aumento a 40 ore settimanali? "Il Comune rispetti l'impegno preso nel 2014"

"Alla Reset bisogna tornare a una condizione di normalità, con le dovute e normali dinamiche di lavoro, di inquadramento e di carriera ed in primo luogo alle 40 ore settimanali di prestazione lavorativa così come previsto da accordi già sottoscritti. Così si potranno svolgere quei servizi come la lavorazione delle buste paga visto che le professionalità interne oggi ci sono". Lo afferma Pietro La Torre (Ursas), sigla autonoma federata col sindacato Sadirs, dopo il servizio andato in onda su "Striscia la Notizia" sul caso delle buste paga affidate all’esterno.

"Questa condizione di normalità avrebbe potuto permettere il pieno e incondizionato riposizionamento di tutti i lavoratori in un contesto di piena applicazione delle previsioni contrattuali - aggiunge La Torre - e con ciò a percorsi di carriera e anche di riqualificazione di tutto il personale, dagli operai agli amministrativi. Questa visione distorta e strumentale dei lavoratori Reset va ribaltata, non si può astrattamente muovere una critica sull’uso delle risorse, che pure vanno attenzionate  e al contempo impedire la valorizzazione interna per via della mancata applicazione degli accordi".

"Il Comune - conclude il sindacalista - si era impegnato nel 2014 a riportare da quest’anno a una condizione di normalità, a 40 ore, solo questo può consentire lavoratori di vivere una situazione tranquilla e legittimare  percorsi di carriera riportando all’interno gli eventuali costi esterni, con le dovute e normali dinamiche carriera e ruoli di un’azienda".

Ad alzare la voce anche altre sigle sindacali. "Il servizio di 'Striscia la Notizia' si focalizzava sull’uso di un software per l’elaborazione automatica delle buste paga affidato a una ditta esterna dal 2015. Sembrerebbe che i dipendenti deputati allo svolgimento del servizio non abbiano, a dire di Striscia la Notizia, le competenze necessarie all’utilizzo tale software. Non vogliamo entrare nel merito della questione ma registriamo, ancora una volta, con rammarico l’ennesimo attacco rivolto ai dipendenti Reset che vengono beffeggiati, con arguta ironia, in spregio alla dedizione e all’abnegazione con cui svolgono utili servizi alla cittadinanza” dichiara Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl Palermo-Trapani, che prosegue: "Da tempo chiediamo all’azienda l’esigibilità degli accordi sottoscritti, l’internalizzazione del servizio buste paga e l’ampliamento dei servizi. Abbiamo richiesto un incontro urgente all’azienda per entrare nel merito delle questioni convinti che la società abbia il dovere non solo di razionalizzare le economie ma anche di valorizzare le professionalità che di certo può trovare al suo interno, in modo da fugare ogni attacco strumentale rivolto ai lavori".

Per Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia, "il servizio di 'Striscia la Notizia' sulla Reset non fa altro che dare una immagine distorta e negativa dei lavoratori e non rende giustizia a questo bacino che ingiustamente bistrattato in questi anni ha dimostrato di essere in grado di garantire tanti servizi alla città anche in situazioni straordinarie e di emergenza. Questi lavoratori sono sempre stati a disposizione del Comune e della cittadinanza, bisogna ricordare anche che hanno subito una drastica riduzione oraria e la dequalificazione professionale con la riduzione dei livelli di inquadramento. Dentro questo bacino ci sono centinaia di professionista da valorizzare, tanti laureati e diplomati e operai specializzati ma bisogna che la Reset sia messa nelle condizioni di diventare un'azienda normale. Per fare questo, da anni chiediamo di potere affrontare al tavolo sindacale il tema dell'organizzazione se lavoro e dei servizi, qualificazione professionale, classificazione del personale e mansionario ripristinando il tempo pieno per tutti i lavoratori rispettando gli accordi sottoscritti con l'amministrazione comunale e richiamati nell'accordo siglato a fine 2017 a tutt'oggi violato".

“La gestione esterna delle buste paga della Reset è figlia di un processo di riorganizzazione aziendale che non è mai stato completato, a scapito dei dipendenti e dei servizi ai cittadini - dice il consigliere comunale Paolo Caracausi, presidente commissione Aziende - Una situazione di cui sono vittima anzitutto i lavoratori, visto che altre aziende come Sispi e Amap riescono a elaborare le buste paga con personale interno e non rivolgendosi all'esterno. L'Amministrazione ha però il dovere di intervenire e di mettere la società nelle condizioni di operare al meglio: per questo come commissione convocheremo l'assessore e l'azienda per fare il punto sulla vicenda”.

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