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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

La storia tra prof e alunna, lei lo difende: "Mi rende felice, ci sposeremo"

La 14enne ha raccontato l'inizio del rapporto con Giuseppe Puccio, insegnante di religione. Dal primo bacio, gli appuntamenti per strada e i continui messaggi. "Mi diceva che avrebbe voluto che i miei accettassero la nostra relazione"

“Sono qui perché sono innamorata di una persona più grande di me che si chiama Giuseppe Puccio”. Lei aveva 14 anni ed era una sua ex alunna, lui ne aveva 46, era sposato, padre di due figli ed era stato il suo professore di religione. Quando i genitori della giovane avevano scoperto i messaggi teneri che i due si sarebbero scambiati e avevano chiesto spiegazioni alla figlia, si erano sentiti rispondere che appena lei sarebbe diventata maggiorenne, si sarebbero sposati. La presunta relazione è finita al centro di un’inchiesta giudiziaria e il professore è stato arrestato martedì con l’accusa di aver compiuto atti sessuali con una minorenne, dopo la denuncia della famiglia della ragazzina.

“Non c’è un giorno in cui ho deciso di essere innamorata di lui – spiega ancora agli inquirenti l’adolescente – considero il momento in cui stavamo insieme dalla data del bacio, il 4 settembre del 2015, era di pomeriggio ed eravamo per strada. Io e Giuseppe ci siamo visti e, visto che io ero innamorata di lui, ci siamo baciati. Prima l’ho baciato io e poi ci siamo baciati insieme”. Questo sarebbe per il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e il sostituto Vittorio Coppola, che coordinano le indagini, il primo atto sessuale tra i due, che si sarebbero conosciuti a scuola quando lei aveva appena 10 anni. Lui le avrebbe parlato delle sue difficoltà coniugali e lei, come riferisce una sua compagna, “mi diceva di avere da quest’uomo il conforto che non aveva da altri, lui era una figura un po’ paterna, ciò che non riusciva a dire ai genitori, poteva raccontarlo a lui”.

Tanto che la presunta vittima avrebbe detto chiaramente agli investigatori: “Mi rende felice questa storia, mi rende felice il fatto di stare con lui” anche se lui le avrebbe spiegato che “nessuno capiva che lui mi amava veramente e che questa era comunque una difficoltà”. E - così avrebbe detto il professore di religione - “mi diceva che avrebbe voluto che i miei accettassero la nostra relazione”. Un rapporto che, secondo la Procura, Puccio avrebbe costruito nel tempo con un’opera di induzione per ottenere poi i favori sessuali della ragazzina. Il gip Lorenzo Jannelli ha però riqualificato il reato, ritenendo al momento sussistenti gli atti sessuali con una minorenne. “Io posso capire – riferisce la ragazzina – che tutti sono preoccupati, lo capisco che mamma e papà sono preoccupati, ma non è il caso di Giuseppe, perché non si è mai imposto, non mi ha mai chiesto nulla che potesse andare oltre, intendo dire oltre il bacio. Col tempo potremo avere dei rapporti sessuali, non lo escludo, ma non è accaduto finora… Non per forza – puntualizza – si devono soddisfare esigenze fisiche, si possono evitare”.

Secondo il capo della Squadra mobile, Rodolfo Ruperti, e la dirigente dello speciale reparto che si occupa dei reati sessuali, Rosaria Maida, la giovane cercherebbe di difendere Puccio e non la racconterebbe tutta. Da accertamenti compiuti sul suo computer sarebbe emerso che la ragazzina avrebbe anche cercato in rete l’articolo 609 quater del codice penale, quello che punisce gli abusi sessuali sui minori. Perché? Tra l’ex alunna e il prof di religione vi sarebbero stati messaggi ad ogni ora del giorno e della notte, come “ciao amore mio, ti voglio bene”. Avrebbero utilizzato diversi tipi di messaggistica per comunicare, compresa snapchat, che ha la peculiarità di cancellare in automatico le conversazioni, salvo diverso comando dell’utente.

I due si sarebbero dati appuntamenti segreti per strada e la ragazzina si sarebbe fatta coprire dalle sue amiche. Amiche che avrebbero dunque saputo della sua relazione con Puccio. “So che da maggio (2015, ndr) è iniziata questa cosa – racconta una di loro ai poliziotti – o almeno a me ne ha parlato a maggio. Ricordo che ritornavamo dalla scuola e lei in amicizia mi ha detto che questo professore le era stato molto vicino… E’ durata per tutta la scorsa estate questa cosa, ma io ho iniziato a rendermi conto che non era opportuno che lei usasse me o comunque dicesse di essere con me… Capitava spesso che durante la scorsa estate noi andavamo a prendere un gelato o a fare una passeggiata e loro si incontravano per strada. Io li lasciavo da soli, ma in mia presenza non accadeva nulla, solo qualche volta un abbraccio. Col passare del tempo – riferisce ancora la compagna della ragazzina – lei ha iniziato a dirmi che dovevo proprio allontanarmi perché, e adesso mi fa strano dirlo, avevano bisogno di stare in un posto senza che nessuno potesse vederli”.

Lo stesso professore, secondo un altro testimone, avrebbe ammesso l’esistenza della relazione con l’ex alunna. I genitori della ragazzina si sarebbero accorti dei loro messaggi all’inizio di quest’anno e avevano presentato una denuncia, segnalando anche il caso alla scuola, che aveva provveduto ad allontanare il docente. Lui, molto apprezzato all’interno dell’istituto – dirigeva anche il giornalino della scuola e per questo l’anno scorso aveva ricevuto un premio nazionale – era passato ad insegnare altrove. Fino a martedì mattina, quando i poliziotti sono andati ad arrestarlo. Domani mattina sarà interrogato dal gip.

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