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Cronaca

Reddito di cittadinanza, numeri boom a Palermo: 119 beneficiari ogni mille abitanti

Nella classifica di tutte le città italiane registra un dato superiore soltanto Crotone. Intanto Pasquale Tridico (presidente Inps) attacca: "I furbetti? C'erano anche prima e percepivano il reddito di inclusione, ma nessuno se ne accorgeva"

Il numero di individui che vive in famiglie beneficiarie del Reddito o della Pensione di cittadinanza è particolarmente elevato nelle regioni meridionali, in particolare in Campania dove l’incidenza sfiora il 10% (99 beneficiari ogni 1.000 residenti): una soglia che però viene addirittura superata a Palermo con 119 percettori ogni mille abitanti. Solo Crotone (129) supera i livelli del capoluogo siciliano. Palermo è sul podio a braccetto con Napoli: stessi identici numeri.

E' quello che viene fuori spulciando i più recenti dati Inps, dai quali emerge che in Italia, nei primi dieci mesi di applicazione della misura, le domande presentate sono state complessivamente 1,6 milioni: 1,1 milioni di richieste sono state accolte (66,9%), 88.000 sono in lavorazione e 457.000 sono state respinte o cancellate. Da aprile 2019 si contano anche 56.000 nuclei decaduti dal diritto, soprattutto a causa di variazioni della composizione o della situazione economica del nucleo.

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Intanto sono destinate a fare discutere le dichiarazioni del presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, al Fatto Quotidiano: "I furbetti del reddito di cittadinanza c'erano anche prima e percepivano il reddito di inclusione, ma nessuno se ne accorgeva - ha detto -. Abbiamo controllato 341 'furbetti' e tutti erano già beneficiari di Rei, ma non se n'era accorto nessuno. Il punto è che finché non si pagano le tasse si chiude un occhio, ma se si prende indebitamente il Reddito di cittadinanza si sparano i titoli sulle prime pagine".

"La normativa ora è più rigorosa - agiunge il presidente dell'Inps - ed esiste una collaborazione molto operativa con la Guardia di Finanza, l'Agenzia delle Entrate, l'Anagrafica bancaria e l'Ispettorato. Con il Rei non c'era. Inoltre, prima la domanda avveniva attraverso i Comuni, seguiva procedure tradizionali più farraginose, con un intasamento enorme dei comuni, di persona, mentre oggi il meccanismo si snoda attraverso l'Inps in modalità telematica e si può fare domanda con un click". Le notizie di furbetti del reddito di cittadinanza si susseguono con una costanza notevole.

Ieri intanto il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha chiarito che un giudizio complessivo sul reddito di cittadinanza potrà essere dato solo a un anno dalla sua entrata in vigore, quindi in primavera, e non solo a partire dal freddo numero di chi avrà trovato lavoro, numero tra l'altro deludente almeno secondo le ultime stime di Anpal.

Se infatti la fase 2 del reddito è legata ai forti ritardi che hanno renderanno indisponibili gli strumenti per trovare lavoro almeno fino all'estate, del sussidio godono quasi un milione di italiani. Secondo gli ultimi dati dell'Inps gli italiani che percepiscono il Reddito di Cittadinanza sono 915mila mentre avrebbero trovato lavoro meno di 30mila persone.

Il Reddito di Cittadinanza (RdC) è la misura di contrasto alla povertà che, a partire dal mese di marzo 2019, ha sostituito il Reddito di Inclusione;: è  un sostegno economico ad integrazione dei redditi del nucleo familiare.  Ma il RdC vuole essere anche una misura di politica attiva del lavoro, associando quindi il sostegno economico a un percorso di reinserimento lavorativo, con la sottoscrizione di un Patto per il lavoro con i Centri per l’Impiego: qualcosa non ha funzionato a dovere da questo punto di vista fino a oggi.

La misura

Il Reddito di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe anche essere uno strumento di politica attiva del lavoro; si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari finalizzato al reinserimento lavorativo e sociale. Come stabilito dal DL numero 4/2019, convertito in legge 26/2019, i cittadini possono richiederlo a partire dal 6 marzo 2019, obbligandosi a seguire un percorso personalizzato di inserimento lavorativo e di inclusione sociale. Il beneficio assume la denominazione di Pensione di cittadinanza se il nucleo familiare è composto esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni (è concessa anche qualora il componente o i componenti del nucleo familiare di età pari o superiore a 67 anni convivano esclusivamente con una o più persone in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini Isee, indipendentemente dall’età di tali soggetti). I dati esaminati sono aggiornati al 7 gennaio 2020, sono provvisori e si basano sulle domande trasmesse all’Inps dai Caf, dai Patronati e dalle Poste Italiane. A livello nazionale il 63% delle domande è stato presentato ai Caf, il 20% alle Poste Italiane e il 17% ai Patronati.

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