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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Si fingono clienti e rapinano banca: testimoni annotano targa e li fanno arrestare

Due palermitani sono finiti in manette a Raffadali. La fuga dei malviventi - scappati con un bottino di 50 mila euro - si è conclusa poco dopo nella piazzola di un distributore di benzina di Sant'Angelo Muxaro, accerchiati dalle gazzelle dei carabinieri

Una indagine durata poche ore per individuare i responsabili di una rapina in banca in pieno centro a Raffadali, nell'Agrigentino. La fuga di due rapinatori palermitani, e di un terzo complice di Santa Elisabetta, si è conclusa nella piazzola di un distributore di carburanti di Sant'Angelo Muxaro, accerchiati dalle gazzelle dei carabinieri. I tre sono finiti in carcere sottoposti a fermo e il bottino di 50 mila euro è stato recuperato.

L'assalto si è consumato ieri pomeriggio. Preziosa anche la collaborazione di alcuni testimoni che hanno descritto l'auto sospetta allontanatasi dalla banca a tutta velocità con tre persone a bordo. A finire in carcere, al Di Lorenzo di Agrigento - per effetto del fermo di indiziato di delitto, in attesa dell'udienza di convalida - sono stati i palermitani Umberto D'Arpa di 53 anni e Martino Merino di 26 anni e Raffaele Salvatore Fragapane, 43 anni, di Santa Elisabetta.

Le fasi della rapina: "Quell'auto sospetta segnalata" | Video

La ricostruzione della rapina 

Erano le 15.30 quando il telefono della centrale operativa dei carabinieri ha cominciato a squillare all’impazzata: a Raffadali avevano appena rapinato una banca in via di Porta Agrigento. Due uomini, fingendosi clienti, sono entrati nell'istituto di credito con aria disinvolta. Avevano il volto parzialmente coperto da una sciarpa e apparentemente non erano armati. Hanno intimato ai cassieri di consegnare tutti i soldi presenti nelle casse. Nel giro di pochi minuti, i rapinatori hanno riempito i loro zaini di blocchetti di banconote da 20 e 50 euro. Sono scappati a piedi fuori, ma ad attenderli, poco distante - secondo la ricostruzione fatta dal comando provinciale dell'Arma - c'era, in auto, il terzo complice. 

La reazione dei carabinieri

Subito è scattato il piano antirapina del comando provinciale dell'Arma di Agrigento: posti di blocco lungo tutte le arterie che collegano Raffadali al resto dell’isola. Con abilità si sono mossi tutti gli investigatori della sezione Operativa di Agrigento, mentre la sezione Investigazioni Scientifiche ha effettuato tutti i rilievi tecnici ed ha raccolto, a tappeto, tutti i filmati delle telecamere della banca e dell’intero paese. L’aiuto degli "occhi" elettronici, e dei clienti della banca, è stato prezioso per capire con quale veicolo i rapinatori si fossero dati alla fuga. Una ricerca palmo a palmo andata avanti per ore: sono state setacciate le strade statali e provinciali, è stata fermata e perquisita ogni macchina di passaggio. Alle 17.30 la svolta. I carabinieri hanno visto da lontano l'auto sospetta. Era ferma in una piazzola di sosta di un distributore di Sant’Angelo Muxaro. Senza indugio è scattato il blitz. Sono stati bloccati i tre sospetti ed è scattata la perquisizione. Dal portabagagli del fuoristrada sono saltate fuori le mazzette di soldi con ancora applicate le fascette della banca. I due palermitani e il 43enne di Santa Elisabetta sono stati sottoposti a fermo e sono stati accompagnati, in attesa dell'udienza di convalida, al carcere di Agrigento.

La soddisfazione della banca e dell'Arma

I soldi - i 50 mila euro - sono stati riportati al direttore della banca popolare Sant'Angelo di Raffadali che ha ringraziato i carabinieri per la prontezza e l’efficacia dell’intervento. L’operazione è stata fonte di soddisfazione anche per gli stessi carabinieri del comando provinciale - colonnello Giovanni Pellegrino in testa; capitano Marco La Rovere, a capo della compagnia di Agrigento, e maresciallo Armando Manzo, comandante della stazione di Raffadali, - poiché frutto di una pronta ed efficace attuazione del piano antirapina provinciale, della perfetta sinergia tra organi investigativi dell’Arma e dell'eccezionale conoscenza del territorio da parte di un bravo comandante di stazione.

L'udienza di convalida e le misure cautelari

Durante l’udienza il giudice per le indagini preliminari Stefano Zammuto del tribunale di Agrigento non ha convalidato per ragioni tecniche il fermo ma ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere per Raffaele Salvatore Fragapane e Umberto D’Arpa, mentre Martino Merino - incensurato difeso dall'avvoato Elena Gallo - andrà ai domiciliari con il braccialetto elettronico.

Aggiornamento del 14 febbraio ore 18 // esito udienza di convalida del gip

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