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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Libertà / Via Filippo Cordova

Almaviva, lavoratori protestano all'Alicos: interviene pure Orlando

Un centinaio di operatori hanno presidiato gli uffici di via Cordova. Previste per oggi le elezioni degli rsu. Ferina (Cisal Com): "L'accordo firmato non tutela i lavoratori. Lavorano 10 ore per 600 euro: hanno creato nuova soglia di povertà"

Monta ancora la protesta dei lavoratori a progetto del call center Almaviva. Un centinaio di lavoratori si sono riuniti questa mattina sotto gli uffici di via Filippo Cordova per rivendicare i propri diritti. L'azienda, seppur rispettando accordi e leggi nazionali, ha imposto la firma di un atto di riconciliazione ai "dipendenti" per essere inseriti in una lista utile per vedere garantita la continuità lavorativa. Della questione si è interessato anche il sindaco Leoluca Orlando, che alle ore 16 incontrerà i sindacati ed una delegazione dei lavoratori.

"Fra le persone che protestano ci sono lavoratori con anzianità di 4-5 anni - spiega Aurora Maria Ferina, della segreteria nazionale di Cisal Comunciazione - che per uno stipendio di 600 euro sono costretti a lavorare dalle 10 alle 12 ore. L'azienda, adesso, chiede loro di firmare per molto meno e per sperare di continuare a far parte dell'organico. Hanno abbassato ulteriormente la soglia di povertà. E le sigle sindacali confederali - conclude - hanno firmato ad agosto un accordo considerandolo il male minore, ma in realtà si è fatto ulteriormente danno".

Fra i lavoratori in protesta c'è anche Magda Loriano (27 anni), che vanta un'anzianità di tre anni e tre mesi, sospesa a settembre per "problemi legati alla sua produttività": "Trovo tutto ciò allucinante. La mia attività è stata interrotta dopo non aver raggiunto la quota minima richiesta. L'azienda, di fatto, garantisce al lavoratore improduttivo una sorta di 'franchigia'. Ma il mese successivo - conclude - si viene invitati a lasciare il posto di lavoro. Nel mio caso Almaviva fa riferimento ad una questione di anzianità anagrafica, rispetto a quella professionale, chiamando però lavoratori di 19-20 anni".

I cinquecento lavoratori del call center, tutti con contratti di lavoro a progetto, sono chiamati a firmare la riconciliazione entro il prossimo 30 ottobre, sottoscrivendo un documento con il quale verrà cancellata la natura dell'attività svolta in passato, rinunciando così alla possibilità di fare causa all'azienda. "Secondo le norme europee e la legge Damiano - spiega il consigliere comunale Nadia Spallitta - i lavoratori a progetto, dopo 36 mesi di attività con questa tipologia di contratto, devono essere assunti con contratti a tempo indeterminato. Al momento - conclude - sono state fatte solamente trenta vertenze a fronte di un popolo giovani sfruttati".

"Ci vogliono spaventare - spiega un altro lavoratore, Donatello Satariano - ma non saremo disposti a firmare un condono tombale". L'incontro con il sindaco Orlando nasce dal fatto che, come ricorda Ferina, "non è possibile effettuare variazioni agli accordi sulla carta. Può intervenire esclusivamente il ministero". "L'accordo di settore prevede come condizione necessaria per l'inserimento in suddetta lista - si legge nel comunicato dell'azienda allegato (vedi sotto) la sottoscrizione, da parte del lavoratore, di una transazione a definitivo superamento di ogni eventuale pretesa relativa al periodo pregresso".

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