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Cronaca

I gilet arancioni del palermitano Pappalardo a Roma, Maria Falcone: "Basta strumentalizzare foto Giovanni"

L'ex generale dei carabinieri in pensione è intervenuto in piazza del Popolo. Accanto al leggio una celebre foto di Falcone e Borsellino. Scelta che ha fatto infuriare la sorella del giudice morto nella strage di Capaci: "Intollerabile"

Dopo la manifestazione a Milano, i gilet arancioni guidati dal palermitano Antonio Pappalardo arrivano a Roma. Pappalardo, 73 anni, generale dei carabinieri in pensione arringa i suoi sostenitori da un camioncino scoperto in piazza del Popolo. "Popolo, esci dal guscio, scendi in piazza, ribellati! - dice al microfono - . Io non conto nulla, è il popolo che comanda. Per eleggere un nuovo Parlamento dobbiamo avere una nuova legge elettorale e bisogna stampare la nostra moneta nazionale, la Lira!". E riguardo all'emergenze sanitaria, Pappalardo rilancia: "Me li curo da solo i polmoni, già ci sono dei ricoveri per l'uso eccessivo delle mascherine".

pappalardo Roma-3Appesa in bella vista, proprio accanto alla postazione usata da Pappalardo, c'è una foto dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

L'immagine non è sfuggita alla sorella del giudice Giovanni, Maria, che interviene tramite una nota stampa. "Ho appreso che l’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, al suo comizio di oggi pomeriggio in Piazza del Popolo, a Roma, ha parlato con davanti un leggio a cui era stata fissata una celebre foto di mio fratello, Giovanni Falcone, e di Paolo Borsellino. Trovo intollerabile - dice - questo uso strumentale dell’immagine di due magistrati che hanno dato la vita per le istituzioni e per il rispetto delle leggi. Il contrario di quello che propugna l’ex ufficiale dell’Arma”. 

Netta la condanna che arriva anche dal presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone. "Questo non si fa. No, non si fa - scrive su Facebook -. Da Siciliano sono indignato. Perché siamo oltre i limiti della decenza, se decenza c'è nell'ennesima carnevalata di Pappalardo. Ma sia chiaro, il suo circo arancione lo fa senza oltraggiare la memoria, la storia e l'impegno di donne e uomini che hanno sacrificato la vita contro la mafia. Nomi e facce che nessun politico dovrebbe utilizzare come coccarda da appiccicarsi strumentalmente al petto per fare becera propaganda. E chi lo fa, così come ha fatto oggi il capocomico arancione, esponendo la foto di Falcone e Borsellino, compie una operazione miserabile. Continui a dire scemenze. Lasci in pace Giovanni e Paolo”

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