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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Formazione, una primavera di proteste: partono sit in e scioperi

Le manifestazioni - dalla durata di 21 ore complessive - sono state indette da Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola: riaccenderanno i riflettori sulla vertenza. Caos davanti alle Prefetture, previsto corteo da piazza Marina fino a piazza Indipendenza. Ecco il calendario

Sit in, cortei e scioperi per 21 ore complessive indette da Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, riaccenderanno a partire da domani i riflettori sulla vertenza della Formazione professionale a Palermo e nel resto della Sicilia. Le prime tre ore di stop dalle 11 alle 14, per tutti i lavoratori impegnati nelle filiere della Formazione, partiranno domani: contemporaneamente si terranno sit in davanti ai Centri per l’Impiego.

Per giovedì invece previste sei ore di manifestazioni, sotto forma di presidio, davanti a Palazzo delle Aquile, per “sensibilizzare - spiegano i sindacati - i sindaci sui problemi della tenuta  sociale e occupazionale e sulla mancata offerta formativa per i giovani”. Sei ore anche venerdì con manifestazioni sotto forma di presidio, davanti alla Prefettura per “ribadire la gravissima situazione di ritardo e di incertezza legata al pagamento della cassa integrazione in deroga e gli ammortizzatori sociali e per sollecitare l’approvazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico del ‘piano straordinario: rafforzare l’occupabilità in Sicilia’ e risorse per il pagamento degli ammortizzatori in deroga 2014”.  Altre  6 ore di sciopero infine sono previste per la giornata di lunedì quando alle 9 da piazza Marina partirà la manifestazione regionale con un corteo diretto a piazza Indipendenza

“Il governo regionale – ribadiscono Flc Cgil Cisl Scuola e Uil Scuola -  è sordo davanti alle nostre richieste e naviga a vista senza soluzioni alle troppe emergenze che si accumulano sulle diverse filiere della Formazione professionale in Sicilia”. I sindacati sollecitano anche un incontro alla Regione sul Progetto Prometeo affidato al Ciapi “al fine di scongiurarne la chiusura anticipata”. Tutto per rilanciare, concludono “la vertenza contro il  governo della disoccupazione e del dramma sociale”.

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