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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

La prof sospesa: "Ora i miei studenti mi chiedono se possono scrivere cosa pensano"

La docente dell'istituto Vittorio Emanuele III era stata sospesa dal provveditore Marco Anello per omesso controllo su un video mostrato in classe, durante una ricerca, in cui gli studenti paragonavano le leggi razziali al Decreto sicurezza. La precisazione del Miur: "Nessun diktat"

"Mi aspetto la revoca del procedimento perché illegittimo, io tengo in particolare a questo". Così Maria Rosa Dell'Aria, la docente palermitana sospesa dal Provveditore, intervenendo a 'Una Marina di Libri'.

La docente dell'istituto Vittorio Emanuele III era stata sospesa dal provveditore Marco Anello per omesso controllo su un video mostrato in classe, durante una ricerca, in cui gli studenti paragonavano le leggi razziali al Decreto sicurezza. "Il web sta veicolando tanto odio, si cercano nemici, con offese gravissime - spiega ancora la prof -. Anche questa vicenda nasce da una manifestazione di odio, da un tweet in cui si dice che io avrei paragonato Salvini a Hitler. Con una sottosegretaria che dice che io dovevo essere cacciata 'con ignominia'. E' bene che io non le abbia lette, perché non sono sui social. Ma sono stata molto ferita da questa vicenda". 

"Mi dispiace - ha aggiunto - che ora i miei studenti mi chiedono se possono scrivere o dire cose che pensano. Anche miei colleghi si pongono delle domande. E questo mi dispiace molto".

Intanto il Miur ha diffuso una nota in cui si precisa che "Il ministro Bussetti non è stato interessato né nell'avvio né nella conclusione dell'iter del procedimento disciplinare nei confronti della Prof.ssa Dell'Aria. Non ci sono stati né 'diktat', né pressioni da Roma, come hanno scritto alcuni organi di stampa. Ci fu, invece, una semplice richiesta di informazioni al competente Ufficio territoriale da parte dell'Ufficio stampa del Miur, tesa ad approfondire un caso emerso sui social. Una richiesta del tutto simile alle molte che vengono fatte ogni giorno agli Uffici periferici del Ministero per poter verificare fatti, segnalazioni e notizie che pervengono al MIUR e rispetto ai quali la 
stessa stampa richiede una posizione o una dichiarazione del Ministro. Non fu mai chiesta un'ispezione - prosegue il Miur - cosa peraltro 
impossibile con una semplice e-mail dell'Ufficio Stampa, che non ha competenze in materia disciplinare. Non furono chiesti interventi 
specifici. Ma informazioni. Arrivate qualche giorno dopo, il 31 gennaio, sotto forma di relazione e rispetto alla quale, come è possibile evincere dagli archivi dei comunicati stampa, nonché dai profili social del Ministro, non ci fu alcuna dichiarazione pubblica o richiesta palese di intervento. Anche per la doverosa separazione fra i rispettivi ambiti che esiste fra potere di indirizzo politico e potere di gestione amministrativa, come previsto dalle norme vigenti".

Per il ministero è "del tutto improprio associare una richiesta di informazioni con l'eventuale avvio di un'ispezione e di un procedimento disciplinare. A conferma di tutto questo si sottolinea che, quando l'Ufficio territoriale di Palermo ha deciso di disporre l'ispezione, attivare il procedimento disciplinare e comminare la sanzione lo ha fatto in piena autonomia, seguendo quanto previsto dalla disciplina normativa vigente. Un fatto confermato pubblicamente,anche a mezzo stampa, dal dott. Marco Anello, dirigente dell'Ufficio Territoriale di Palermo, che ha affermato: 'Ho agito secondo giustizia e secondo coscienza, conosco a menadito le carte e ho svolto il mio lavoro con serietà'. Pertanto - conclude il comunicato - è lo stesso dirigente ad aver rivendicato, in piena autonomia, la sua scelta".
 

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