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Cronaca

Mafia, boss delle Madonie a processo: 23 Comuni parte civile

Si tratta del processo nato dal blitz "Black Cat" del maggio 2016. In manette finirono 33 persone, tra presunti boss e gregari di Cosa nostra, nella zona compresa tra Termini Imerese e Trabia

Al momento della presentazione delle istanze per la costituzione di parte civile c'è stata una "sfilata" di rappresentanti di Comuni. Ben 23 amministrazioni del Palermitano erano presenti alla prima udienza preliminare per l’operazione “Black cat” davanti al gup. Sono parte lesa e, quindi, in caso di condanna degli imputati può essere riconosciuto un risarcimento. Si tratta del processo nato dal blitz dei carabinieri del maggio 2016. In manette finirono 33 persone, tra presunti boss e gregari di Cosa nostra, nella zona compresa tra Termini Imerese e Trabia.

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I comuni costituiti parte civile sono Alimena, Aliminusa, Caccamo, Casteldaccia, Caltavuturo, Campofelice di Roccella, Castellana Sicula, Cefalù, Cerda, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Lascari, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato, Sclafani Bagni, Termini Imerese, Trabia. Parte civile al processo anche il Centro Pio La Torre. E il legale del Centro, Ettore Barcellona, curerà gli interessi dei comuni, danneggiati a livello economico e di immagine da una riorganizzazione mafiosa per il controllo del comprensorio madonita. LE INTERCETTAZIONI DELL'OPERAZIONE BLACK CAT /VIDEO

"Il gruppo mafioso di Cerda da sempre aveva osteggiato l'amministrazione - spiegano i legali Salvino Caputo e Francesca Fucaloro, che rappresentano il sindaco di Cerda Andrea Mendola - perché considerato un ostacolo ai progetti del gruppo mafioso, come è risultato dalle numerose intercettazioni telefoniche e ambientali. Non hanno esitato a dare alle fiamme le autovetture di proprietà della famiglia Mendola pur di costringerlo alle dimissioni".  

Tra estorsioni e tentativi di ingerenza sulla politica, lo scopo era uno soltanto: “Perchè ci dobbiamo prendere il paese nelle mani non c’è niente da fare.... comunque lui dice di fare le cose belle pulite... dice basta...”.

Intanto a Borgetto si è insediata la commissione straordinaria, dopo lo scioglimento del Comune per mafia, deciso il 2 maggio dal consiglio dei ministri.  A gestire l’amministrazione saranno il viceprefetto Giuseppina Di Dio Datola, il viceprefetto Rosaria Mancuso e il funzionario economico finanziario Silvana Fascianella. Ufficialmente sospesi dalle funzioni il Consiglio comunale e la Giunta: il prefetto di Palermo Antonella De Miro ha comunicato con una nota “l’affidamento della straordinaria gestione dell'ente locale alla commissione straordinaria, con i poteri del Consiglio comunale, del Sindaco e della Giunta municipale”.

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