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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Commissario Uil Trasporti a giudizio, l'ex segretario regionale: "Molte cose poco chiare, mi costituirò parte civile"

Giuseppe Governale interviene sulla vicenda giudiziaria che vede coinvolto Agostino Falanga: "Questa volta la giustizia arriva in abbondante ritardo"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Apprendo dalla stampa che Agostino Falanga, commissario da più anni della Uiltrasporti Sicilia, è stato citato in giudizio. Certo, sarei ipocrita se affermassi che la cosa mi dispiace, anche se ho sempre considerato innocente sino al terzo grado di giudizio chiunque sia stato accusato di qualsiasi reato, perché ho sempre creduto nella giustizia che, anche se molto lenta, va con i piedi di piombo e spesso arriva in ritardo.

Questa volta la giustizia, a mio avviso, arriva in abbondante ritardo. Un processo iniziato nel 16 maggio 2012, conclusosi per quanto mi riguardava il 26.02.2016 con la mia assoluzione “per non avere commesso il fatto”, a seguito di mia richiesta di rito abbreviato; il 31.03.2018 la stampa dà la notizia che Falanga è stato rinviato a giudizio per essersi appropriato della somma di € 2.056,00, con cui ha pagato una cena elettorale organizzata nell’interesse di Caronia Marianna.

Per quanto mi è dato a sapere ciò che torna strano è che i Procuratori non abbiano tenuto nella giusta considerazione i 7 conti correnti della Uiltrasporti (perché così tanti?) intestati alla Uiltrasporti e come mai uno di questi fosse cointestato a Claudio Barone, segretario confederale, con nessuna attinenza con i conti della federazione, mi è rimasto il dubbio a cosa servisse quel conto e poi, altro caso strano, il non avere posto attenzione a 117 bonifici per un totale di quasi 100 mila euro verso un conto di Falanga cointestato con la moglie. Cosa invece alquanto discutibile è la scelta per cui si è proceduto nei miei confronti, pur sapendo che l’accusa non avrebbe prodotto nessun effetto, pur sapendo che la firma non era la mia e si sarebbe potuto subito risalire alla fonte facendo un passaggio dalla banca a verificare gli accrediti.

Tutti - procuratori, guardia di finanza, Uil e Uil Trasporti - erano a conoscenza che lo scrivente non aveva potere di firma alla banca Intesa San Paolo, quindi non avendo carnet di assegni, non avrei mai potuto firmare l’assegno in questione e tra l’altro avevo portato a conoscenza di tutti il verbale di "accordo di gestione" da me sottoscritto con i massimi vertici nazionali e regionali della Uil e Uil Trasporti, in cui veniva stabilito che non mi sarei occupato della gestione economica cosa che invece non può dirsi di Falanga munito di ampi poteri di firma. Per quattro lunghi anni sono stato sottoposto ad una gogna mediatica che ha stravolto la mia vita, quella dei miei familiari e dei miei più intimi amici.

I segretari nazionali Carmelo Barbagallo, Giuseppe Caronia, Claudio Tarlazzi, pur essendo a conoscenza dei fatti, non hanno accennato a nessuna difesa nei miei confronti. Anzi, a seguito della mia autosospensione dall’incarico di segretario generale della Uil Trasporti Sicilia, con molta solerzia mi hanno chiesto le dimissioni da tutti gli altri incarichi e dopo l’assoluzione, nemmeno a seguito della mia richiesta, hanno voluto rivalutare la mia immagine tramite comunicato, né mi hanno inserito in nessun incarico istituzionale del sindacato, estromettendomi dallo stesso in tutto e per tutto, invece hanno nominato il Falanga commissario straordinario della Uiltrasporti Sicilia, carica che dura da più di quattro anni pur essendo tutti a conoscenza dei fatti, ciò mi ha fatto riflettere tanto.

Vero è che in quel periodo, a seguito della perquisizione avvenuta nella sede nazionale con il sequestro di 14 faldoni e nella sede regionale, tantissimi esponenti della Uil e della Uiltrasporti erano indagati, ma credo che, per quanto mi è dato a sapere, gli unici che ad oggi hanno subito un processo e sono stati giudicati sono lo scrivente, Giuseppe Caronia e Marianna Caronia, posso affermare, senza timore di smentito, che gli atti delle incriminazioni dei dirigenti romani erano abbondantemente pesanti, se dovessi dare un mio giudizio, il non avere indagato sui fatti su esposti lascia quantomeno molto perplessi. Alla luce dei fatti mi sento colui che ha dovuto pagare da solo in tema di danno di immagine. Per tutti i motivi su esposti, mi costituirò parte civile nel processo contro Falanga e la somma che verrà richiesta dal mio legale come risarcimento del danno morale, materiale e biologico, sarà devoluta in beneficienza.

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